
Il voto avvenuto ieri nella Commissioni di Camera e Senato, pur rispettando la forma della legge, configura una scelta sbagliata e politicamente grave. Confermiamo la nostra posizione: la responsabilità di proteggere le popolazioni minacciate del Nord dell’Iraq non si esercita fornendo armi alle forze armate curde o irachene ma creando le condizioni per interventi di pace.
Rete Italiana per il Disarmo chiede comunque al Governo massima trasparenza sul tipo e la quantità di questa fornitura d’armi ed eserciterà tutte le pressioni in tal senso anche sul Parlamento, nel rispetto della legge 185/90 e del suo spirito.

La responsabilità di proteggere le popolazioni minacciate del Nord dell’Iraq non si esercita fornendo armi alle forze armate curde o irachene, ma semmai inviando una forza di interposizione militare a difesa delle popolazioni e creando le condizioni per interventi di pace.
Rete Italiana per il Disarmo chiede pertanto al Governo di promuovere iniziative efficaci affinché il nostro paese eserciti, in accordo con gli organismi internazionali, il suo dovere alla responsabilità di proteggere e al Parlamento di svolgere un ruolo propositivo e di controllo delle iniziative dell’esecutivo in particolar modo sull’invio di armi e sistemi militari nella regione.

Troviamoci tutti a Firenze il 21 settembre ascoltando popoli e società civili e costruendo un percorso di PACE e GIUSTIZIA

Anche il Senato vota la ratifica unanime del Trattato Internazionale sul Commercio di armi, dopo analoga votazione alla Camera dei Deputati. Le realtà della società civile che hanno promosso anche in Italia il percorso verso il Trattato (come parte della mobilitazione internazionale Control Arms) esprimono la propria soddisfazione. Siamo di fronte ad un passo importante verso l’entrata in vigore di questa norma internazionale (che necessita 50 ratifiche di Stati), soprattutto considerando la rilevanza del nostro Paese in questo ambito e che si tratta della prima ratifica di un membro della UE.

La Camera dei Deputati ha licenziato il disegno di legge (frutto sia di iniziativa governativa che di proposte parlamentari) che ratifica il Trattato internazionale sul Commercio di Armamenti. Un passo importante verso l’entrata in vigore di questo testo (che necessita 50 ratifiche di Stati) soprattutto considerando la rilevanza del nostro Paese nel settore.
Rete Italiana per il Disarmo sottolinea come molto positiva anche l’approvazione di un Ordine del Giorno collegato, che ricorda la situazione comunque avanzata, e da rispettare, dell’attuale legislazione italiana sull’export di armi. E’ importante che la legge 185/90 che norma il comparto sia rilanciata come esperienza positiva e utile nelle fasi di implementazione del Trattato dei prossimi anni.

Le organizzazioni aderenti alle due reti con prospettive nonviolente e di disarmo lanciano alle coalizioni e ai partiti politici una serie di proposte utili alla costruzione di un’agenda politica che permetta un percorso di Pace nell’imminente e prossima legislatura.
Un documento chiaro e concreto sul quale costruire un confronto con le aree politiche interessate a tale risultato, per il bene delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese.

Il Ministro Di Paola rifiuta ogni critica alla partecipazione italiana al progetto JSF bollandola come “ideologica”, ma non accetta un confronto sulle cifre. Continuando invece a ripetere lo stesso ritornello smentito dai dati ufficiali statunitensi e dai documenti prodotti dalla campagna “Taglia le ali alle armi”

Rilasciati dati aggiornati su costi e sprechi del caccia e sui tagli “leggeri” che il comparto militare subisce dalla spending review e dall’ipotizzata “riforma” proposta dal Ministro Di Paola.

Il mese di Febbraio 2012 sarà caratterizzato dalle azioni della campagna che culmineranno con una manifestazione a Roma di “consegna delle firme” al Governo

L'acquisto del caccia F35 da parte dell'Italia
Commento degli esponenti della campagna “Taglia le ali alle armi” dopo le risposte alla Camera del Ministro della Difesa

La campagna di mobilitazione per fermare l’acquisto (e la produzione) da parte dell’Italia dei cacciabombardieri JSF-F35 entra nella sua fase finale.

La posizione di OPAL e di Rete Disarmo
Proseguiremo il dialogo con l’Amministrazione di Vicenza ed i promotori di “HIT Show” a cui chiederemo di definire


La Rete Italiana per il Disarmo, pur considerando positivo che il Parlamento affronti la questione, non considera ancora sufficienti le iniziative intraprese in seno alla Commissione Difesa sulla proposta di legge “in materia di limiti all’assunzione di incarichi presso imprese operanti nel settore della difesa da parte degli ufficiali delle Forze armate che lasciano il servizio con il grado di generale o grado equiparato” (Proposta di AC 2428).
Una lettera in tal senso è stata inviata nei giorni scorsi ai componenti della Commissione Difesa della Camera dei Deputati ed al promotore della legge Onorevole Carlo Galli.

Rete Disarmo chiede al Governo maggiori dettagli e una supervisione parlamentare e della società civile sull’invio di materiale bellico alle forze curde.

Dal Summit NATO in Galles rimbalzano preoccupanti notizie di possibili esportazioni di armi in Ucraina, paese che sta sperimentando una cruenta guerra civile. La Rete Italiana per il Disarmo ricorda i principi e le regole – pienamente da rispettare – della legge 185/90 sul commercio di armi.
Nelle ultime Relazioni al Parlamento si è già persa una quota di trasparenza sull’export militare, il rischio è che si ignorino anche i criteri e le norme su cui tali vendite dovrebbero essere basate.

Iraq, Gaza, Libia: i conflitti e le crisi umanitarie non si risolvono inviando armi ma costruendo soluzioni vere.
La legge italiana vieta l’esportazione di sistemi militari verso i Paesi in stato di conflitto armato e ribadisce che eventuali diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri sono da adottare solo dopo aver consultato le Camere.

Visti gli sviluppi di questi ultimi giorni e le decisioni di altri Governi dell'Unione Europea è importante che anche il presidente del consiglio Renzi e il Ministro degli Esteri Mogherini decidano per uno stop delle forniture militari italiane ad Israele. In questo blocco devono essere comprese anche le pianificate, e mai cancellate, esercitazioni congiunte previste per l'autunno in Sardegna.

Lo chiedono le reti europee riunite in ENAAT. Continua l’impegno della Rete Italiana per il Disarmo, anche in accordo con i partner europei di ENAAT, per richiedere lo stop di forniture militari verso il conflitto in corso a Gaza.

Oggi in tutta Italia la giornata di mobilitazione per la pace in Palestina ed Israele, lanciata da un appello delle principali reti pacifiste e nonviolente italiane.