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Domani 26 settembre 2015 si celebra la seconda Giornata Internazionale per la Totale Eliminazione delle Armi Nucleari: la società civile di tutto il mondo chiede ai Governi che la minaccia nucleare venga cancellata dalla storia.

Insieme contro le atomiche, nella Giornata Internazionale per l'eliminazione delle armi nucleari

La Giornata solennizza la ricorrenza dell’atto di intelligenza e coraggio del colonnello sovietico Petrov, che nel 1983 salvò il mondo dall’olocausto nucleare scegliendo di non dare l’ordine di lanciare missili nucleari contro gli USA.
Fonte: Rete Italiana per il Disarmo - 25 settembre 2015

Sono ormai passati trentadue anni dalla notte in cui il colonnello sovietico Stanislav Petrov, un vero eroe oggi sconosciuto ai più, decise di non lanciare una massiccia rappresaglia nucleare contro gli Stati Uniti nonostante i suoi ordini e le procedure prevedessero una simile mossa. Stanislav Petrov frase In quella notte del 26 settembre del 1983 Petrov decise correttamente, e soprattutto coraggiosamente, di ritenere gli allarmi missilistici che vedeva sui propri schermi un errore del computer, e non lanciare così i bombardieri atomici che avrebbero avuto tra i loro bersagli Washington e New York [per un approfondimento sulla vicenda si veda questa scheda].

Da questo episodio l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha preso spunto per indire la Giornata Internazionale per la Totale Eliminazione delle Armi Nucleari con l’obiettivo di rafforzare “la consapevolezza pubblica ed informare sulla minaccia per l'umanità rappresentata dalle armi nucleari e la necessità che vengano totalmente eliminate; e inoltre mobilitare e sostenere gli sforzi internazionali verso la realizzazione dell'obiettivo comune di un mondo libero da armi nucleari”. La risoluzione che la istituisce auspica inoltre che prendano avvio immediatamente negoziati multilaterali per una convenzione sulle armi nucleari (un trattato globale che proibisca ed elimini le armi nucleari),

Una data quindi molto significativa che continua a ricordarci come, con 16.000 armi nucleari ancora negli arsenali di nove Stati, una catastrofe atomica possa verificarsi per errore e per incidente, non solo per volontà̀ esplicita. “Solo la totale e definitiva eliminazione di tutte le armi nucleari impedirà di rivivere l’incubo avvenuto ad Hiroshima e Nagasaki 70 anni fa: vogliamo che nessun altro debba mai subire la stessa terribile esperienza vissuta dagli abitanti di queste città giapponesi alla fine della Seconda Guerra Mondiale” sottolinea Lisa Clark dei Beati i Costruttori di Pace. Per la concomitanza con tanti altri appuntamenti – non ultimo l’intervento di Papa Francesco all’Assemblea Generale oggi 25 settembre -- la sessione di celebrazione all’ONU si terrà il 30 settembre.

Le conseguenze di qualsiasi ulteriore uso di armi nucleari, sia che avvenga intenzionalmente sia per errore, sarebbero inimmaginabilmente terribili – ha affermato il Segretario dell’ONU Ban Ki-moon nel suo messaggio per la Giornata Internazionale - Quando si tratta di realizzare il nostro comune obiettivo del disarmo nucleare, non dobbiamo ritardare. Dobbiamo agire adesso”. Il Segretario delle Nazioni Unite ha anche ricordato come l’eliminazione delle armi nucleari renderebbe disponibili enormi risorse che potrebbero essere usate per realizzare pienamente l’Agenda 2030 per uno Sviluppo Sostenibile.

Gru Adesione L’azione della società civile per la concretizzazione di un percorso di disarmo nucleare, oltre che dalle reti e campagne internazionali, è sostenuta anche da diversi organismi italiani. Proprio in occasione della Giornata Internazionale del 26 settembre la Rete Italiana per il Disarmo ha deciso di rilanciare fino alla Settimana Internazionale per il Disarmo promossa dall’ONU (24-31 Ottobre) la raccolta di firme che i “Beati i costruttori di pace” avevano promosso in occasione di “Pace in Bici” nel 70° anniversario dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki.

La questione degli ordigni nucleari potrà sembrare lontana agli occhi degli italiani, ma coinvolge invece direttamente il nostro Paese; se si vuole fare memoria in modo sincero e serio dei bombardamenti del 1945 occorre mobilitarsi affinché riguardo alle atomiche vengano prese dagli Stati decisioni concrete. L’Italia verrà investita direttamente dall’ammodernamento delle bombe atomiche B-61 di proprietà statunitense, dislocate in due basi sul territorio italiano, Ghedi (BS) e Aviano (PN). Sappiamo della loro presenza da alcuni anni, ma solo negli ultimi tempi è diventato sempre più certo il progetto per ammodernarle, trasformandole da bomba a gravità in bombe con un sistema autonomo di guida direzionale: una modifica necessaria affinché possano essere caricate sui nuovi caccia F-35 Joint Strike Fighter dalle caratteristiche stealth, cioè invisibili ai radar e quindi palesemente utilizzabili per un primo attacco a sorpresa. “Aerei che anche il nostro Paese sta per acquisire e che quindi pericolosamente potranno essere portatori di ordigni di natura nucleare” ricorda Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo.

Riguarda dunque gli F-35 una delle tre richieste rilanciate oggi, sulle quali chiediamo il sostegno di tutti i cittadini e cittadine italiani:

  1. Chiediamo al Governo Italiano di escludere con chiarezza l’acquisizione di aerei F-35 con capacità nucleare

  2. Chiediamo al Governo italiano di riflettere sul grande movimento che sta nascendo attorno alla Solenne Promessa (il Pledge) del Governo dell’Austria e di aderirvi. Un’iniziativa che è pienamente in sintonia con la vocazione multilaterale e con l’ideale etico del nostro Paese. Chiediamo all’Italia di unirsi agli ormai 117 Stati (al 16 settembre) che lo hanno sottoscritto, cioè circa il 60% dei membri dell’ONU.

  3. Chiediamo al Governo Italiano un atto di solidarietà nei confronti della Repubblica delle Isole Marshall che ha presentato ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia contro le nove potenze dotate di armi nucleari. Le Isole Marshall, un piccolo Stato con 70.000 abitanti, furono usate per 12 anni dagli Stati Uniti come un poligono militare dove sperimentare le loro bombe atomiche sempre più grandi e potenti! Rivolgendosi alla Corte Internazionale, le Isole Marshall hanno dimostrato di credere nella forza del diritto: non per ottenerne qualche risarcimento, ma per il bene dell’umanità, chiedono alla Corte di giudicare se le potenze nucleari abbiano ottemperato agli obblighi di negoziare in buona fede un accordo che porti rapidamente al disarmo nucleare totale.

 

La petizione con le tre richieste si può sottoscrivere a questa pagina e sarà attiva sino alla Settimana Internazionale per il Disarmo di fine ottobre. Una settimana importante e che vedrà gli organismi delle nostre Reti impegnati sia in “Percorsi di Pace” (conferenza annuale internazionale dell’International Peace Bureau a Padova, 23-25 ottobre 2015) sia in una tavola rotonda di confronto tra società civile, Parlamento e Governo sulla questione delle armi nucleari organizzata per il 28 ottobre a Roma insieme alla Campagna internazionale ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons).


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