L'Europarlamento dà scacco ai sauditi
A Strasburgo si racconta di forti pressioni saudite per fermare il voto, o quanto meno arginare i danni. Ma i tentativi sono falliti: il 25 febbraio, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione urgente che chiede alla Commissione e, in particolare, al vicepresidente Federica Mogherini, di decretare lo stop alla vendita di armi europee all'Arabia Saudita. L'esito non era affatto scontato: il testo base della risoluzione prevedeva solo un generico appello a cessare la guerra in corso. A rafforzarne il contenuto, un emendamento presentato da socialdemocratici, liberali, verdi, sinistra europea e Cinquestelle: nel testo, oltre a formulare la richiesta di embargo, si denuncia come «la continua concessione di licenze di vendita di armi ai sauditi sarebbe in violazione della posizione comune del Consiglio Ue dell'8 dicembre 2008». Fino all'ultimo il Paese mediorientale ha tentato di bloccare il voto. Prima facendo pressioni sulla delegazione di parlamentari europei in visita a Ryad nelle settimane precedenti. Poi diplomatici sauditi a Bruxelles hanno tentato di far edulcorare il contenuto della risoluzione, trovando – sostengono fonti vicine ad alcuni eurodeputati – qualche sponda negli uffici di Mogherini. Alla fine però l'emendamento è passato con 359 sì e 212 no. «Questo voto – commenta il coordinatore di Rete Disarmo, Francesco Vignarca – riconosce il lavoro delle Ong per il disarmo contro l'impatto negativo delle armi europee nel conflitto in Yemen. Ora è responsabilità della Commissione Europea implementare questa forte posizione politica».