Tutti in scia degli elicotteri Finmeccanica
«Quando ho partecipato per la prima volta alla mostra internazionale della difesa di Abu Dhabi, nel 2001, c'era un clima terribile nei confronti dell'Italia. Un delicato contenzioso contrapponeva Fiat Avio alle forze armate degli Emirati Arabi e questo ci veniva ricordato a ogni piè sospinto. Oggi non si parla più di quell'episodio e tutti mostrano una grande considerazione per la nostra industria militare». Al ritorno dalla settima edizione dell'Idex (International Defence Exhibition and Conference) di Abu Dhabi, il sottosegretario alla Difesa Filippo Berselli è soddisfatto per gli ordini che la nostra industria è riuscita a portare a casa. Ma soprattutto è deciso a rivendicare alla politica il merito dei buoni risultati di questa fase.
Lindustria da sola non basta. «Le capacità di Finmeccanica non si discutono» prosegue il sottosegretario «ma quelle c'erano anche negli anni passati. Se oggi il gruppo si aggiudica la gara per l'elicottero della Casa Bianca e conquista nuovi mercati è anche grazie alle relazioni e alla politica estera del governo». Il recente successo della controllata di Finmeccanica, Agusta Westland (all'interno del consorzio guidato dall'americana Lockheed Martin), sta già avendo ricadute importanti sulla credibilità dell'industria militare italiana, secondo Berselli: «Durante l'incontro con Mohammed bin Zayer Al Nahyan, il fratello del presidente, ho avuto appena il tempo di accennare all'elicottero presidenziale Usa. Mi ha
fermato subito con un largo sorriso, come a dire che ne era perfettamente informato». Non per niente gli Emirati (che riservano alla difesa il 40% del bilancio) hanno deciso di acquistare otto elicotteri AB139 prodotti da Agusta-Bell per un valore di 60 milioni di dollari, a cui è stata aggiunta fin d'ora un'opzione per altri otto. «Tutti insieme» prosegue Berselli «rappresentano appena il 20% della fornitura di cui gli Emirati avranno bisogno nei prossimi anni. Non è detto che il resto vada a noi, ovviamente, ma siamo in ottima posizione». Questa situazione ha anche facilitato lo sbarco ad Abu Dhabi di un'altra impresa, la Piaggio Aero Industries, che fornirà i nuovi motori della vecchia flotta di elicotteri CH47 che la stessa
Agusta dovrà ammodernare, rendendoli equivalenti a quelli in dotazione all'esercito italiano (CH47C plus).
Valore iniziale della commessa, 40 milioni di dollari. Ma l'industria italiana ad Abu Dhabi non si è fermata agli elicotteri: fra i risultati più importanti della missione c'è la nuova azienda costituita da Ams (joint venture fra Finmeccanica e Bae Systems) e la Abu Dhabi Ship Building, leader della cantieristica negli Emirati, a cui è stata affidata la costruzione di 4 corvette per la marina militare di quel Paese, con un'opzione per altre due. La partita più importante, però, sulla quale sono puntati ora tutti gli occhi dell'industria italiana della difesa, è quella che vede protagonisti i C-27J, aerei da trasporto militare che l'Alenia Aeronautica, sempre del gruppo Finmeccanica, propone alla difesa Usa. In primavera si terrà la gara per una prima tranche di 37 aerei: chi vince avrà in mano le chiavi di molti altri mercati nel mondo. Per battere i concorrenti franco-spagnoli della Eads-Casa, che producono un velivolo meno attrezzato ma di costo inferiore, il gruppo italiano ha messo in piedi una joint venture con l'americana L-3 Communications. «Abbiamo ottime possibilità di farcela» conclude Berselli «non solo perché quell'aereo è quanto di meglio esista nel suo campo, ma anche per le ottime relazioni esistenti fra il governo italiano e l'amministrazione Bush». Non per niente, diversi esperti del settore dicono che le quotazioni dei rivali sono calate di molto da quando a capo del governo in Spagna José Luis Zapatero ha preso il posto di Aznar.