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Con l'M346 l'azienda punta al mercato europeo dei velivoli per l'addestramento

Aermacchi, missione Eurotraining

Allo studio con Finmeccanica un'alleanza internazionale nell'aeronautica
Gianni Dragoni
Fonte: Il Sole 24 Ore - 14 dicembre 2004

L'Aermacchi vive la sua seconda vita sotto le insegne di Alenia-Finmeccanica. L'azienda varesina di addestratori, unica realtà italiana in grado di progettare e costruire un aereo completo, sta esplorando nuove opportunità di collaborazioni internazionali e di sviluppo industriale intorno all'ultimo prodotto, l'addestratore M346. E costato circa 400 milioni di investimenti, in parte contributi pubblici.
Il primo luglio 2003 la società è passata dalla famiglia Foresio al controllo di Finmeccanica. Giovanni Bertolone, amministratore delegato e direttore generale dell'Aermacchi dal luglio 2003, in precedenza responsabile della progettazione Alenia, spiega le prossime mosse dell'azienda, di cui è presidente Giorgio Brazzelli. Il passaggio chiave sarà il programma Eurotraining, sviluppato da 12 Stati europei (tra i grandi manca la Gran Bretagna) per far convergere le risorse su un unico aereo, da inserire nelle flotte di molti Paesi europei e da esportare.

Come si pone Aermacchi nell'industria europea?
Aermacchi è un'azienda relativamente piccola, circa 1.800 dipendenti in un unico stabilimento, a Venegono Superiore, oltre alla base di Galatina dove abbiamo un contratto di supporto all'Aeronautica militare per la formazione, con una quarantina di specialisti. L'azienda ha delle competenze, aveva bisogno di essere integrata in un grande gruppo internazionale.

Quali sono i principali prodotti?
Abbiamo quattro addestratori. Il primario SF260 ad elica, poi l'S211 basico che presto si chiamerà M311, l'addestratore 339 CD e il nuovo M346, che adesso sta facendo it trentunesimo volo. Il 346 sostituirà il 339 in ruoli e prestazioni molto più ampi. Avremo così tre nuovi prodotti: il 260, il 311, il 346. Un altro filone è la produzione di gondole motore per velivoli civili. Rappresenta circa il 35% del fatturato, una quota che pensiamo di mantenere rispetto al 65% nel militare. Tra i nuovi progetti sviluppati l'A380 e gli Embraer 170 e 175. Vogliamo entrare nelle gondole motore per entrambe le motorizzazioni del Boeing 7E7. in competizione con Goodrich. Poi ci sono le collaborazioni militari con Alenia Aeronautica per Eurofighter, C27J, Tornado, Amx.

Quali investimenti sono previsti?
A livello di prodotto abbiamo capito che con interventi contenuti e alleanze focalizzate alla riduzione di costi può essere reso più competitivo l'S211, un velivolo che non ha avuto successo commerciale. Vorremmo attivare un nuovo dimostratore e chiamarlo M311 entro l'estate, perché stanno per partire quattro gare internazionali per 150 velivoli in due anni. Stiamo immaginando un'alleanza in Turchia con la Tai, che potrebbe dare un contributo alla riduzione dei costi. In Italia l'organico avrà dimensione stabile, con qualche tendenza alla crescita dove ci sono competenze, tenendo conto dei costi.

Il prodotto di punta, l'M346, è stato lanciato senza che ci sia un acquirente. Che prospettive ci sono perché venga scelto per il programma Eurotraining?
Lo studio di fattibilità ha visto Aermacchi capofila tra cinque aziende: Dassault, Eads tedesca, Lads spagnola, Saab. Tra le altre soluzioni ce n'è una proposta senza neanche tanta convinzione da Dassault e Saab. E il nostro prodotto è in vantaggio di almeno cinque anni rispetto al progetto del Mako tedesco, che è anche più complesso. Vorremmo avere la leadership nel progetto per la realizzazione del velivolo, che vale il 35%, del totale, con partnership qualificate e partecipare alle altre attività, l'addestramento a terra e le infrastrutture.

Senza alleanze non si va lontano. Si parla di un piano di Finmeccanica per internazionalizzare il progetto M346.
Confermo l'esistenza e il lavoro che si sta facendo su questo piano. Ci sono elementi temporalmente vicini e di tipo strategico per il coinvolgimento di un grande in Europa. Consideriamo anche le possibilità offerte dalle esigenze di Paesi che devono rinnovare a breve le loro flotte, come la Polonia, la Grecia, oppure Svezia e Spagna.

L'Aeronautica militare comprerà l'M346?
L'Ami ha espresso interesse al velivolo. Impegni ancora non ce ne sono, si deve tener conto delle esigenze del budget della difesa. Per il lancio commerciale potrebbe esserci anche una dichiarazione contemporanea di più Paesi.

Com'è il bilancio 2004?
Il 2004 è migliorato sia nei ricavi della produzione, circa 300 milioni, sia per il margine. Bisogna tener conto della battaglia continua con il dollaro debole, per tenere bassi i costi.

In dirittura d'arrivo la firma del secondo contratto Eurofighter
ROMA. È vicina la firma del contratto di produzione per la seconda tranche del programma Eurofighter. Un ordine da 236 aerei e circa 500 motori, per un valore complessivo intorno a 15 miliardi di euro, commissionato dalle forze acne di Gran Bretagna, Germania, Spagna e Italia. La quota per l'Italia è intorno al 20% del programma, con Alenia Aeronautica, controllata da Finmeccanica, che realizza l'ala sinistra del velivolo e Avio (70% Carlyle Group, 30% Finmeccanica) che partecipa alla costruzione del motore. Secondo indiscrezioni il contratto potrebbe essere firmato oggi, con circa un anno di ritardo rispetto alla scadenza originaria, fissata alla fine del 2003. Il negoziato è stato rallentato dai problemi di messa a punto industriale dei velivoli della prima tranche (121 velivoli) per le parti realizzate in Gran Bretagna (Bae Systems) e Germania (Eads). Sono quindi sopraggiunti problemi di finanziamento, soprattutto in Gran Bretagna, ma anche in Italia per la riduzione dei fondi alla difesa.
Le difficoltà di budget non sarebbero del tutto superate. Tuttavia è prevalso un orientamento politico ad andare avanti, per non compromettere la situazione dell'industria, che in luglio ha lanciato l'allarme per gli extracosti derivanti da ulteriori slittamenti, L'Italia acquisirà 48 velivoli nel secondo lotto, dopo i 29 della prima. il nuovo contratto ha valore di circa 2,7 miliardi per l'Italia, esclusa la parte dei motori.

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