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Industria militare Produzione in aumento

La Germania si conferma leader nelle armi

L'Unione e la Nato i maggiori acquirenti, in attesa della Cina
14 dicembre 2004 - B.R.
Fonte: Il Sole 24 Ore - 05 dicembre 2004

L'industria militare tedesca è tra le dieci più importanti al mondo, grazie a settori particolarmente trainanti come le navi da guerra e i blindati. Questa posizione riflette per certi versi anche una politica estera più assertiva da parte del Governo socialdemocratico-verde del cancelliere Gerhard Schrdder.
Nell'ultimo rapporto federale sulle esportazioni di armi tedesche pubblicato mercoledì dal ministero dell'Economia e del Lavoro emerge che il Paese ha esportato armi nel 2003 per 1,3 miliardi di euro, quattro volte il valore registrato l'anno precedente. Sempre nel 2003 il Governo federale ha firmato autorizzazioni all'export di equipaggiamenti militari per 4,9 miliardi, un aumento del 49% rispetto al 2002.
Secondo un centro studi specializzato in questioni militari, l'Internationales Konversionszentrum di Bonn, il settore dava lavoro nel 2002 a circa 90mila persone. La Germania ha ormai una quota del 6,0% del mercato internazionale di armi ed esporta in oltre 100 Paesi nel mondo. In un momento in cui la Bundeswehr sta subendo una necessaria cura dimagrante, i produttori tedeschi guardano all'estero: secondo l'annuario del Sipri, l'istituto svedese di studi internazionali citato di recente dalla Bbc, nel periodo 1999-2003 la Germania è stata il quarto esportatore al mondo, dietro agli Stati Uniti, alla Russia e alla Francia, con un vendite totale per 5,2 miliardi di dollari.
I principali Paesi acquirenti di armi tedesche sono quelli dell'Unione Europea e dell'Alleanza Atlantica. Quello politicamente più delicato è probabilmente Israele. Le imprese tedesche non dovrebbero vendere armi a Paesi in guerra. Tuttavia, per motivi storici, la Germania ha sempre considerato Israele un'eccezione: tra il 1999 e il 2000, la Germania ha venduto tre sottomarini al Governo israeliano e di recente il ministero della Difesa avrebbe dato il benestare per la vendita di altre due navi da guerra.
Schroeder, che in questi anni ha perseguito una politica estera più volontarista anche attraverso la partecipazione a numerose missioni internazionali, non ha nascosto di voler proteggere l'industria militare tedesca da possibili scalate ostili. Nel 2003, per esempio, ha tentato di evitare la vendita del produttore di motori per aerei Mtu al fondo d'investimento americano Kohlberg Kravis Roberts & Co.
Non deve quindi sorprendere se in questi mesi il Governo tedesco stia premendo per la fine dell'embaro europeo sulla vendita di armi alla Cina, introdotto nel 1989. Il Paese asiatico è considerato dall'industria militare internazionale un mercato interessante e in espansione. Il cancelliere sarà a Pechino in settimana; ed è probabile che discuterà della questione con i dirigenti cinesi, desiderosi di assistere a una revoca dell'embargo. Gli alleati ambientalisti di Schroder non vedono però di buon occhio questa ipotesi.

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