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L 'Agusta-Westland creata con i britannici, in corsa per l'appalto contro la rivale Usa Sikorsky

Sfida italiana per gli elicotteri di Bush

La Casa Bianca è divisa tra premiare i suoi più fedeli alleati in Iraq e favorire un gruppo americano. La decisione, rimandata più volte, è attesa in gennaio
Massimo Gaggi
Fonte: Corriere della Sera - 04 dicembre 2004

Uno scontro senza fine a colpi di pubblicità sui giornali, sulle reti radiofoniche, perfino di manifesti affissi nei tunnel della metropolitana di Washington, con una straordinaria mobilitazione di politici e perfino sventagliate di e-mail anonime nelle quali si denunciano le lacune - reali o presunte-dei prodotti offerti dai due contendenti.
"Sembra un prolungamento della campagna per l'elezione del Presidente, e invece si tratta solo di stabilire chi, tra la Sikorsky e la Lockheed - che ha alle spalle gli italo-britannici di Agusta-Westland - fornirà i nuovi elicotteri della Casa Bianca" dice Richard Aboulafia, analista del Teal Group, una delle maggiori società di consulenza nel settore delle forniture militari. "Non ho mai visto niente di simile, ma è cornprensibile: l'elicottero di Bush si chiama Marine one perché è fornito al presidente dalla Navy, quindi dal Pentagono. Ed è la prima volta che l'industria americana rischia di perdere una fornitura militare di questo tipo a favore di un prodotto di concezione straniera".
In sé la commessa non è enorme: circa un miliardo e mezzo di dollari per la fornitura di 23 elicotteri. In realtà chi la vince acquisisce due vantaggi enormi: non c'è miglior biglietto da visita al mondo che avere il proprio elicottero ripreso da tutte le tv e fotografato dai giornali mentre atterra sul prato della Casa Bianca; chi vince questo contratto parte poi in vantaggio nella competizione immediatamente successiva, quella perla fornitura di 150-200 elicotteri da trasporto e salvataggio per l'Air Force.
Fino a qualche mese fa l'elicottero da trasporto italo-britannico EH-101, americanizzato in US-101 nell'ambito di una joint venture guidata dalla Lockheed, colosso dell'industria militare Usa che assemblerà l'elicottero nei suoi stabilimenti di New York e in quelli texani della Bell, sembrava in netto vantaggio: macchina collaudata, dl provata robustezza e di notevole successo, si trovava a competere con un prodotto, il Sikorsky S-92, ancora allo stadio di prototipo. Un primo rinvio dell'assegnazione della commessa dal marzo scorso a dicembre ha dato però all'azienda americana il tempo di completare i collaudi del suo elicottero e di iniziare le consegne dei primi esemplari a società petrolifere che operano nel Golfo del Messico. Ora la Us Navy, che avrebbe dovuto comunicare l'esito della gara il 17 di questo mese, ha chiesto alla Casa Bianca di poter rinviare ancora la sua decisione fino a fine gennaio per valutare meglio le due offerte.
Il presidente Bush sembra in imbarazzo: da un lato non vorrebbe penalizzare un'azienda americana come la Sikorsky, da sempre fornitore unico degli elicotteri della Casa Bianca; dall'altro vorrebbe premiare Gran Bretagna e Italia, i Paesi che si sono più impegnati in Iraq a fianco degli americani. Qualche mese fa il premier britannico Blair lo ha sollecitato per iscritto, mentre Silvio Berlusconi, che gli ha già parlato della questione, sarà di nuovo alla Casa Bianca il 15 dicembre anche per perorare la causa della Finmeccanica che nel frattempo ha rilevato la metà britannica della joint venture Agusta-Westland che a questo punto è un'impresa tutta italiana.
Molti politici stanno facendo lobby a favore della Sikorsky puntando sulla concezione "allAmerican" del suo elicottero (anche se poi il 40% della macchina è comunque prodotto all'estero, soprattutto in Cina). Ma gli analistì ritengono che, se sarà la politica il fattore decisivo, lo US-101 ha ancora un certo vantaggio anche perché la "capocordata" Lockheed è molto più vicina all'establishment repubblicano di quanto non sia la United Technologies, la holding che controlla Sikorsky. "Che ha sede e stabilimenti in Connecticut, uno stato che ha votato per Kerry - nota Aboulafia - mentre lo US-101 verrebbe costruito in Texas, lo stato di Bush, dove il governatore Rick Perry, un intimo del presidente, sembra sostenere la partnership euroamericana".
Tecnicamente i due elicotteri sono diversi, ognuno con pregi e difetti. Sikorsky propone di sostituire i VH-3D vecchi di oltre 30 anni (in servizio dai tempi di Nixon) con macchine totalmente nuove e dì tecnologia più avanzata, leggere, meno costose dello VS-101. L'elicottero italo-britannico è però più pesante, più spazioso ed ha un raggio d'azione molto più vasto del concorrente americano, come nota anche Loren Thompson, analista del Lexington Institute. In servizio ormai da qualche anno, lo US-101 offre una tecnologia leggermente meno progredita ma più collaudata e affidabile.
In un Pentagono in piena tempesta dopo lo scandalo delle gare truccate a favore della Boeing che ha portato in carcere alti funzionari responsabili per gli acquisti, i lobbisti dei due fronti continuano imperterriti il loro lavoro, con maggior discrezione ma con tenacia immutata. Sanno che se vince lo US-101 l'industria europea consoliderà il suo primato nel campo elicotteristico, mentre in caso contrario saranno gli americani a colmare il gap accumulato negli ultimi 15 anni in uno dei pochissimi settori delle tecnologie per la difesa nei quali non sono leader assoluti.

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