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Cinque nuove navi da 2,1 miliardi per Fincantieri

Allarme Avio: le fregate italo-francesi «Fremm» potrebbero non usare le sue turbine
Luigi Grassia
Fonte: La Stampa - 24 settembre 2004

Novità in chiaroscuro per l'Italia sul mare: la Fincantieri ha firmato con il gruppo Carnival un accordo per costruire quattro nuove navi da crociera e ampliarne una quinta da poco ordinata - il totale di queste commesse ammonta a 2,6 miliardi di dollari, cioè oltre 2,1 miliardi di euro - e fra queste ci sarà la nave passeggeri più grande del mondo: 180 mila tonnellate di stazza rispetto alle 150 mila della «Queen Mary 2», attuale detentrice del record. Invece suona un campanello di allarme per la società Avio, non più certa di collocare, come era previsto, le sue turbine sulle 27 fregate del programma italo-francese «Fremm»; sono a rischio molti posti di lavoro.
L'intesa tra Fincantieri e Carnival consolida la leadership mondiale del gruppo italiano, portandolo a superare il 60% del mercato mondiale nella costruzione delle navi da crociera. Due delle nuove unità saranno realizzate nei cantieri di Sestri Ponente e due a Monfalcone mentre per la quinta nave, quella da riprogettare, il lavoro si farà a Marghera.
Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, sottolineava ieri che il gruppo «ha già consegnato 29 navi a Carnival, per un valore di 10 miliardi di dollari, e con questo accordo le navi in portafoglio salgono a dodici, per ulteriori 6 miliardi». Il presidente di Confitarma (che federa gli armatori italiani) Giovanni Montanari ha colto l'occasione per sollecitare il governo a «introdurre la "tax lease" per altre tipologie di navi. Come promesso a Berlusconi il piano degli investimenti degli armatori continua ad essere una realtà per il Paese, ora aspettiamo i provvedimenti per consentirne
l'ulteriore crescita».
Invece si respira una certa inquietudine sulle nuove fregate italo-francesi «Fremm», che potrebbero utilizzare motori britannici Rolls-Royce anziché quelli prodotti dall'italiana Avio (in cooperazione con General Electric); se le cose andassero così, le conseguenze sarebbero pesanti per l'occupazione e per lo sviluppo di un'impresa di punta nel settore delle tecnologie in Italia, con ulteriori ricadute negative a cascata. Alle preoccupazioni che si percepivano nell'ambiente ha dato voce il segretario nazionale della Uilm, Giovanni Contento, in una lettera al ministro della Difesa Martino, a quello delle Attività produttivo Marzano e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Il richiamo al governo si deve al fatto che è l'impresa pubblica Fincantieri a fare da capocommessa italiana al programma Fremm.
Il nome di Avio Spa non inganni: l'impresa torinese (ma con stabilimenti in varie zone d'Italia) oltre che di aerospazio si occupa anche di marina. Le sue turbine Lm2500 sviluppate con General Electric sono in servizio in 2 mila esemplari con 40 milioni di ore di utilizzo presso 30 Marine militari; in particolare la «Lm2500 Plus» candidata alle Fremm ha cumulato 2,7 milioni di ore, mentre l'apparato Rolls-Royce è nuovo, con i vantaggi ma anche le incognite che questo comporta; la scelta dell'uno o dell'altro motore è imminente, forse già entro fine mese. La turbina Avio costa 6 milioni di euro mentre quella concorrente arriva a 9 milioni.
La società Avio occupa nella produzione di queste turbine 150 persone, in gran parte a Brindisi; se la Lm2500 Plus non fosse selezionata questa fabbrica sarebbe a rischio.

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