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F-35, L'Italia fa il pieno di contratti

Ma ci sono ancora 500 milioni di gare da assegnare. Alenia, Galileo, Datamat tra le imprese coinvolte nel progetto del Jsf, per il quale il governo ha stanziato poco più di 1 miliardo di dollari
Andrea Bassi
Fonte: MF - Mercati e Finanza - 20 agosto 2004

Bisogna riconoscerlo. La politica filo-americana del governo e forse anche un po' i rapporti personali del premier Silvio Berlusconi con George W. Bush, a qualcosa sono serviti. Quantomeno a far fare il pieno di contratti alle imprese italiane impegnate nello sviluppo del nuovo supercaccia americano. F-35, meglio conosciuto con il nome di Joint strike fighter (Jsf). Progetto al quale l'ltalia partecipa con uno stanziamento di poco più di 1 miliardo di dollari (complessivamente marina e aeronautica dovrebbero acquisire circa 130veivoli). Come ha spiegato di fronte alla commissione difesa della Camera il generale Giuseppe Bernardis, capo del IV reparto della segreteria generale del ministero guidato da Antonio Martino, poco prima che il Parlamento chiudesse i lavori per Ia pausa estiva, Ie imprese italiane hanno già ottenuto "contratti per 138 milioni di dollari e ottenuto impegni per ulteriori contratti, che sono garantiti a meno che il programma non sia cancellato, per altri 515 milioni di dollari! Insomma, Alenia & co (nel progetto sono coinvolte molte imprese del settore da Finmeccanica a Datamat) hanno già ottenuto oltre 600 milioni di contratti, mentre il minimo garantito per l'industria italiana era stato fissato dagli accordi con Washington in 320 milioni di dollari. Non solo. A metà luglio Galileo avionica ha anche vinto, ed e Ia prima volta che accade, una gara (del valore di una trentina di milioni di dollari), relativa a un apparato elettro-ottico altamente sofisticato per il sisterna di targeting del velivolo. "Non ce lo saremmo mai aspettato", ha detto Bernardis, "perché in questi settori di guerra elettronica e di avionica gli americani sono estremamente restrittivi e tendono a favorite le loro imprese nell'assegnazione delle commesse". Una buona notizia, anche perchè l'Italia spera di riuscire a chiudere altri buoni affari con il Pentagono. Come, per esempio, la fornitura degli elicotteri alla Casa Bianca da parte di Agusta Westland da poco tornata esciusiva proprietà di Finmeccanica, o portare a casa un'altra fetta dei 500 milioni di dollari di contratti che ancora devono essere assegnati per la fase di sviluppo del Joint strike fighter. Ma oltre allo sviluppo, l'Italia punta a fare qualche buon affare anche per la fase di produzione del veivolo. Un ruolo fondamentale e già stato assegnato ad Alenia, che e il secondo fornitore dell'ala del Jsf. La società controllata da Finmeccanica dovrà costruire 1.300 ali, con ritorni in proiezione, per tutta la durata del programma, per circa 56 miliardi di dollari. Eppure c'e quello che, quasi, potrebbe essere definito come un sogno nel cassetto del govemo. A spiegarlo è stato lo stesso generate. "Quello che stiamo valutando, anche al fine di supportare I'industria nazionale", ha detto alla commissione difesa, "è la possibilità che l'Italia si occupi anche della parte Stealth (quella che rende i veivoli invisibili ai radar, ndr), Ia quale, certamente, non potrà essere affidata a un'industria qualsiasi. I trattamenti in tal caso", ha aggiunto, "potrebbero essere effettuati all'interno di un apprestamento governativo dove l'industria italiana in concorso con il ministero della difesa, si facciano carico del controllo relativo aIl'applicazione di questa tecnologia.

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