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In Regione Lombardia

Armi, mozione della Lega Nord per agevolare il mercato

"Mozione strumentale, non cambia nulla", è la replica della Rete per il disarmo. Non aiuta di certo l'export ma "s'ingrazia la lobby delle armi". Secondo il leghista Rolfi, promotore della mozione, l'eccessiva burocrazia metteva a repentaglio posti di lavoro nel bresciano
LB
Fonte: Redattore Sociale - 07 gennaio 2014

Il Consiglio regionale lombardo approva una mozione per sollecitare il governo a snellire le pratiche per l'esportazione delle armi, con 45 voti a favore (tutto il centrodestra, più Corrado Tomasi, consigliere Pd) e 27 contrari. La maggioranza esulta per aver salvato 3mila posti di lavoro in Valtrompia, come scrive in una nota il leghista Luca Rolfi, promotore della mozione. Il capogruppo leghista insiste sull'eccessivo numero di documenti richiesti in Italia a seguito del recepimento del regolamento europeo. Per Rolfi questo sarebbe quindi un danno per la produzione lombarda.

Traffico armi italiane I movimenti per il disarmo non ci stanno alla retorica del capogruppo leghista: "La mozione è una mossa politica per ingraziarsi le lobby delle armi. Da un punto di vista pratico, non cambia nulla: è una posizione strumentale", afferma Francesco Vignarca della Rete per il disarmo. Un Consiglio regionale, infatti, non può incidere sul modo in cui un Paese recepisce un regolamento europeo. Anche l'invito rivolto con questa mozione in realtà non è efficace, soprattutto per il commercio di armi che non possono avere niente a che fare con eserciti o forze di polizia, quindi armi sportive e da collezione.

"Dal punto di vista tecnico, non cambiano i controlli, né si favorisce la vendita di armi di pregio o da collezionisti", spiega Vignarca. Il regolamento europeo regola solo esportazioni ed importazioni extracomunitarie, senza applicarsi a collezionisti e armi antiche: non è mai stato oggetto di critiche dalla lobby degli armaioli. "Se vogliono alleggerire le pratiche, basta mettersi d'accordo con il Ministero degli Interni senza mettere mano a regolamenti europei", aggiunge Vignarca. Secondo la Rete per il Disarmo, quel che manca davvero non è uno snellimento delle procedura ma semmai l'aumento della tracciabilità delle armi: "Ora non sappiamo esattamente che cosa viene venduto e chi lo compra", precisa Vignarca.

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