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Le dichiarazioni del Consiglio Supremo di Difesa aprono un conflitto istituzionale: chiediamo che vengano riconosciute le prerogative del Parlamento

Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci, e Flavio Mongelli, responsabile Arci Pace e Disarmo
4 luglio 2013
Fonte: ARCI - 03 luglio 2013

ARCI NO F35 Le dichiarazioni contenute in un comunicato diffuso al termine della riunione del Consiglio Supremo di Difesa, organo costituzionale presieduto dal Presidente della Repubblica, ci appaiono preoccupanti. Esse mettono in discussione la potestà del Parlamento di entrare nel merito di questioni che concernono la politica internazionale, la difesa e le decisioni di spesa che riguardano il nostro paese.

Ci sembra quindi un intervento censorio nei confronti del Parlamento, con un chiaro - anche se non esplicitato - riferimento alla questione degli F35.La mozione votata lo scorso 26 giugno dalla maggioranza, la stessa che sostiene il governo, viene smentita da un organo alla cui riunione partecipano tutti i più importanti ministri, a cominciare dal Presidente del Consiglio. Il conflitto istituzionale che ne deriva è evidente, perchè la volontà del Parlamento viene svilita e considerata ininfluente su un punto di grandissima rilevanza.

Chiediamo al Presidente della Repubblica, in qualità di più alto garante della Costituzione, una parola chiara e inequivoca che sciolga ogni dubbio in merito al conflitto che con le decisioni del Consiglio supremo di Difesa è stato generato, riconoscendo al Parlamento le prerogative che gli competono. La piena titolarità del Parlamento a decidere in materia di acquisizione e riordino dei sistemi d'arma è prevista dalla legge di riforma dello strumento militare approvata nel 2012 e controfirmata dal Capo dello Stato. E’ evidente dunque che il Consiglio Supremo di Difesa non può ledere l'autonomia del Parlamento nella decisione assunta con la mozione sugli F35.

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