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Il mondo della Pace: stop a parata e soldi ai terremotati

Fonte: ANSA - 30 maggio 2012

Annullare la parata militare del 2 giugno e destinare le relative risorse alle popolazioni colpite dal terremoto: e' la richiesta che si leva unanime dalle organizzazioni della societa' civile e dai pacifisti.    Con gli stessi soldi spesi per la parata militare, secondo la campagna "Sbilanciamoci!", si possono garantire i soccorsi di emergenza (tende, viveri, medicinali) a oltre 5 mila persone. " irresponsabile spendere tanti soldi per far sfilare carri armati e blindo - sottolineano Giulio Marcon e Massimo Paolicelli di Sbilanciamoci - mentre gli stessi fondi potrebbero essere investiti per aiutare le popolazioni. La Repubblica va celebrata aiutando chi ora soffre a causa del terremoto e non sfoggiando armi e mezzi militari. La sospensione della parata militare deve essere solo il punto di partenza di una più ampia riduzione delle spese militari. Infatti - concludono - non ci si può lamentare di non avere soldi per difendersi dalle calamità naturali (mettendo nuove accise sulla benzina) e poi spendere oltre 10 miliardi di euro per acquistare 90 inutili cacciabombardieri F35".   

La Tavola della Pace lancia invece una raccolta di firme per chiedere "lavoro, non bombe". "Rispettiamo la volonta' del presidente della Repubblica - Parata esercito italiano precisa il coordinatore Flavio Lotti, riferendosi alla decisione di Giorgio Napolitano di far svolgere comunque la parata anche se in forma piu' sobria - ma ci permettiamo di osservare che se deve essere una parata sobria e' necessario che i militari rivedano il programma e riducano le spese, e c'è un modo concreto per farlo: lasciare in caserma tutti i carri armati e i mezzi militari e ridurre significativamente il numero dei militari che dovranno sfilare". Lotti sottolinea che nessuno sa quale sia il costo reale della parata e chiede di rivedere il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici.  

All'indomani delle polemiche sulla Parata militare del 2 giugno, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, commenta la decisione del Presidente della Repubblica e lancia una nuova campagna con lo slogan "Lavoro, non bombe".   "Rispettiamo la volonta' del Presidente della Repubblica - afferma Lotti - ma ci permettiamo di osservare che se deve essere una parata sobria, e' necessario che i militari rivedano il programma e riducano le spese. I dati diffusi dal Ministero della Difesa si riferiscono alla Parata programmata prima del terremoto. Ora quel programma va rivisto altrimenti e' solo l'ennesima presa in giro. C'e' un modo concreto per farlo: lasciare in caserma tutti i carri armati e i mezzi militari; ridurre significativamente il numero dei militari che dovranno sfilare ai quali, peraltro, e' stata negata anche la diaria (come a dire che quando si deve tagliare qualche spesa si comincia sempre dalle persone)"   Per Lotti, poi,. "nessuno sa quale sia il costo reale di questa Parata Ufficialmente il Ministero della Difesa, che si e' affrettato a dire che i soldi della Parata sono gia' stati quasi tutti spesi, parla di una stima che va da 2,6 a 2,9 milioni di euro. Perche' si parla di stima e non di costo reale? L'anno scorso il Ministro La Russa rispondendo ad una interrogazione parlamentare aveva indicato un costo di 3 milioni di euro. In realta' la spesa nel 2011 e' stata di ben 4,398 milioni. Quale sara' il costo finale di quest'anno? Perche' il Parlamento non chiede il rendiconto dettagliato delle spese?"  

 "Pochi sanno - aggiunge Lotti - che il tema della Parata 2012 e' 'Le Forze Armate, al servizio del Paese'. Ma se le Forze Armate sono al servizio del Paese perche' pretendono di farsi pagare ogni servizio di protezione civile? E' gia' successo all'inizio dell'anno per l'emergenza neve quando l'esercito chiamato dai sindaci a collaborare ha risposto: 'se volete il nostro aiuto dovete pagare'. Questa assurda pretesa rischia di diventare la regola se verra' approvato il disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare presentato in Parlamento dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. La norma e' contenuta nell'articolo 4. A che ci serve spendere piu' di 23 miliardi di euro per mantenere in vita un apparato elefantiaco di 190 mila uomini che quando devono portare soccorso alla popolazione pretendono di essere pagati?"   Secondo Lotti, "non serve invocare le ragioni nobili della pace per riconoscere che c'e' bisogno di cambiare rotta. Ieri il terremoto ci ha dato un altro terribile scossone. E' tempo di rivedere il modo in cui spendiamo i nostri soldi. Non c'e' solo la parata militare. Il problema e' piu' vasto. E' un problema politico, culturale, economico e militare che non potra' essere risolto senza una vasta mobilitazione dei cittadini". Per questo la Tavola della pace lancia un appello intitolato "Lavoro non bombe". "Quello che vogliamo e' il lavoro, non le bombe - conclude Lotti -. Il lavoro ci da la vita, le bombe ce la tolgono. Il lavoro crea sicurezza, le bombe la distruggono. Vogliamo che i nostri soldi siano spesi per creare dignita' e lavoro, non per comprare altre bombe. Senza lavoro non c'e' pace ne' giustizia. Milioni di persone in Italia non hanno un lavoro dignitoso. Milioni di persone nel mondo vivono nella miseria sotto l'incubo delle bombe. Bisogna cambiare strada. Tagliare le spese militari per liberare risorse, investire sui giovani, sul lavoro e lo stato sociale. Questo chiediamo alla politica e alle istituzioni. Per ritrovare un po' di pace, per uscire dalla crisi insieme, piu' liberi ed eguali."  

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