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Sciopero in fabbrica d'armi da guerra alla Selex di Pomezia tafferugli tra operai

L'azienda produce sistemi di puntamento. Agitazione contro l’accorpamento con Elsag: cassa integrazione o mobilità per 650 lavoratori. Scontri ai cancelli
Fonte: Corriere della Sera - 18 maggio 2011

La crisi si fa sentire anche in uno di quei settori che - visto quanto accade dalla Libia all’Afghanistan - dovrebbe essere più in crescita: quello del mercato degli armamenti. Invece, almeno nell’area industriale di Pomezia, sembra non valere il detto «finchè c’è guerra c’è speranza». Mercoledì 18 si sono tenute 4 ore di sciopero – dalle 8 alle 12 – alla Selex, impresa del gruppo Finmeccanica specializzata nella progettazione di congegni di puntamento d’arma e sistemi di comunicazione. Una produzione ad altissima tecnologia richiesta in gran parte all’estero. Il timore del personale - iscritto a Cgil, Cisl, Uil e Ugl -, che ha incrociato le braccia, nasce dal rischio della cassa integrazione. Alla quale potrebbe seguire una messa in mobilità di 650 dipendenti, senza garanzie per il futuro.
PICCHETTAGGIO ALL’INGRESSO - Davanti all’ingresso dell’azienda, poco lontano dalla via Pontina, non sono mancati momenti di tensione. Un gruppo di lavoratori ha picchettato il cancello, impedendo l’entrata ad altri, consentita soltanto dall’arrivo dell selex striscione e forze dell’ordine.

IN SERATA INCONTRO IN CONFINDUSTRIA - Nella serata di mercoledì è previsto, presso la sede di Confindustria, un incontro tra sindacati e rappresentanza dell’azienda che ha sedi in tutta Italia. Nel Lazio gli stabilimenti sono due. Oltre a quello di Pomezia (dove sono impiegate 650 persone) c’è quello a Latina, dove lo sciopero – in caso di approvazione dell’assemblea dei lavoratori – potrebbe essere dichiarato venerdì.

FUSIONE TRA SELEX E ELSAG - La preoccupazione del personale nasce dalla fusione di due aziende Finmeccanica. Una è appunto la Selex, «specializzata in elettronica per la difesa e il cui personale ha di recente ricevuto un premio per la produzione - spiega il vicesegretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro, che sta seguendo la vertenza - . E l’altra è la Elsag, che produce sofware destinato al settore civile». Sebbene le due aziende operino in settori differenti, ci sarà una sicura sovrapposizione tra mansioni.
CASSA INTEGRAZIONE - Tanto che è stata annunciata la mobilità volontaria per 450 persone, seguita da una cassa integrazione per altri 650 lavoratori. «Il rischio – conclude la sindacalista – è che si possa arrivare ad un ricorso indiscriminato agli ammortizzatori sociali a causa di una sovrapposizione di mansioni che potrebbe indurre l’azienda, in un futuro non troppo lontano, a dichiarare personale in esubero».

Note: Articolo al link http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_maggio_18/fabbrica-armi-da-guerra-sciopero-tafferugli-fulloni-190676419437.shtml
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