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Rapporto sulle armi: record di esportazioni dall'Unione Europea

Fonte: Radio Vaticana - 19 gennaio 2011




Nel 2009, hanno raggiunto la cifra record di 40,3 miliardi di euro le licenze all’esportazione di materiali bellici dei Paesi dell’Unione Europea. La Francia si conferma il maggior esportatore, seguita dall’Italia che supera la Germania e il Regno Unito. Sono alcuni dei dati riportati nel XII Rapporto sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Anna Rita Cristaino ha intervistato Giorgio Beretta di "Unimondo" e membro della Rete Italiana Disarmo.RealAudioMP3

R. - Il rapporto presenta tutta una serie di dati, ma non fa commenti o analisi. Il primo fatto è questo: 40,3 miliardi di autorizzazioni all’esportazione che significano un incremento del 20%; il secondo fatto è che i principali acquirenti di armamenti da parte dell’Unione Europea sono ormai i Paesi del Sud del mondo, cioè tutta quell’area di Paesi dove molto spesso le garanzie democratiche e il livello di libertà, non sono sempre osservati; e il terzo dato importante è che, appunto, c’è un altro raddoppio di esportazione di armamenti, che è soprattutto quello verso le aree più calde del pianeta, le aree di maggior conflittualità - e non è un caso che il primo acquirente di armamenti dell’Unione Europea siano i Paesi del Medio Oriente.

D. - Sono continuate anche le esportazioni verso Paesi sotto embargo, nonostante ci sia una posizione comune dell’Unione Europea che chiede agli Stati membri di non esportare armi verso Paesi che possono utilizzarle per la repressione interna o per aggressione internazionale …

R. - E’ un fattore estremamente preoccupante. Alla fine del Rapporto, infatti, è elencata una serie di Paesi tra cui la Cina, l’Iran e la Repubblica Democratica del Congo, il Libano, la Liberia, la Sierra Leone, lo stesso Myanmar - di cui non è riportata la cifra; sono preoccupanti soprattutto le esportazioni verso la Somalia e il Sudan. Questo fatto pone ulteriori interrogativi sulla serietà dei Paesi membri dell’Unione Europea nel rispettare quelle norme che loro stessi si sono dati e hanno accettato. C’è un meccanismo di controllo preventivo, ma non c’è poi un meccanismo di controllo su quanto effettivamente è avvenuto. Questo spetta al Parlamento europeo, ma spetta in modo particolare anche ai singoli Parlamenti nazionali.

D. - Quindi, che cosa richiede maggiore attenzione, da parte dei singoli Parlamenti o da parte del Parlamento europeo in generale?

R. - All’interno dell’Unione Europea sono state approvate diverse direttive; una in particolare, che intende facilitare i trasferimenti intra-europei di armamenti. In base a questa direttiva oggi tutti gli Stati membri, ed anche l’Italia, stanno modificando le leggi sulle esportazioni di armamenti. Voler quindi facilitare i trasferimenti intra-europei di armamenti non deve diventare la scusa per diminuire i controlli sulle effettive esportazioni e soprattutto i controlli verso quei Paesi che sono a rischio di gravi violazioni dei diritti democratici. (ma)

Note: Articolo al link http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=455450
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