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F35: un prete, un comico ed un medico

Fabio Pipinato
Fonte: Unimondo - 07 ottobre 2010

A rinforzare la campagna NO F35 (la costruzione di 131 cacciabombardieri con 14 miliardi di euro) sono arrivate tre persone: un prete, un comico ed un medico. Sul come spendere le nostre poche risorse scarse abbiamo diverse idee ma sul come “non spendere” vi sono delle congiunzioni astrali favorevoli. Vediamole:

Un prete: don Sciortino. Dalle colonne di Famiglia Cristiana va giù piuttosto duro: “al posto delle scuole che "cadono a pezzi" il governo ha deciso di pagare "una megacommessa in 131 cacciabombardieri". "E' vero", osserva l'editoriale, "che c'è una crisi da affrontare ma non con tagli indiscriminati, ignorando la lotta alla corruzione o all'evasione fiscale". Chiude il settimanale: "Abbiamo barattato il futuro dei nostri ragazzi con il passato nostalgico di qualche dottor Stranamore” Caccia al caccia! No al cacciabombardiere F-35!

Un comico: Beppe Grillo. A Woodstock 5 Stelle nell'ormai celebre discorso “Siamo vivi” il mattatore afferma, tra l'altro: spendiamo 15 miliardi di euro per 131 caccia bombardieri dagli Stati Uniti, finanziamo la più grande industria bellica del mondo e chiudiamo le scuole. All'happening è intervenuto anche Jeremy Rifkin ove ha descritto l'Italia come un grande giacimento di energie: l'Arabia Saudita delle energie rinnovabili, dall'eolico al geotermico, al solare. E' arrivata l'ora di sfruttarlo questo giacimento.

Un medico: Umberto Veronesi (indipendente Pd): il senatore chiede con forza a tutti i cittadini di sostenere la campagna affinché il Governo rinunci all'acquisto di 131 cacciabombardieri F35. La cifra è enorme. Per un confronto, “pensate che l'intera manovra Finanziaria 2011/12, in due anni, impegna 24,9 miliardi di euro. Una cifra che potrebbe essere utilizzata, a suo dire, per scopi ben più nobili, quali la ricerca scientifica, lo sviluppo delle rinnovabili o la ricostruzione dell'Aquila”.

Ed il politico? Ecco i nomi di chi si è già dichiarato contro quest'assurdità.

Ignazio Marino: “il governo ha appena speso 29 miliardi di euro per 300 macchine da guerra, tra cui 131 F35, caccia bombardieri, e 100 elicotteri NH90. “Assurdo per un Paese che ripudia la guerra e che ha bisogno di fondi per il lavoro. Al sud il 30% dei giovani non studia e non lavora.”

Gian Piero Scanu, capogruppo del Pd nella Commissione difesa del Senato: “spendiamo tanto senza capire bene perché e per che cosa. Solo rispondendo a queste domande si potrà decidere, ad esempio, se è necessario un nuovo tipo di caccia bombardiere (penso ai 131 aerei F35, costo stimato del programma 15 miliardi di euro) per sostituire quelli che abbiamo”.

Savino Pezzotta, deputato dell’Udc insieme ad altri parlamentari tra cui Andrea Sarubbi (Pd) e Luigi Castagnetti (Pd) affermano: il cacciabombardiere non serve. L'acquisto va contro la Costituzione. La spesa è una follia in tempo di crisi.

Tra i contrari annoveriamo l'arcipelago extraparlamentare che, speriamo, non rimanga tale. Quindi i Verdi di Bonelli, Paolo Ferrero (Rifondazione comunista) ha chiesto che i miliardi destinati agli F-35 vengano usati per la ricostruzione dell’Abruzzo e Sinistra, Ecologia e Libertà condanna tutta la politica del riarmo al pari del PDCI che su questo ha fatto una vera e propria campagna e Sinistra Critica.

Ed ecco i nomi di chi è pro: oltre a quasi tutte le componenti delle destre (da La Russa a Giuseppe Cossiga) che hanno votato il programma nei diversi governi Berlusconi annoveriamo tra i favorevoli Romano Prodi, già primo ministro, Arturo Parisi, già Ministro della Difesa, Massimo D'Alema, già primo ministro nonché iniziatore del programma, Lorenzo Forcieri, già sottosegretario alla Difesa nel governo D'Alema, Pierluigi Bersani, già reggente del dicastero dello Sviluppo economico quando sono stati finanziati gli F35, Marco Minniti, ex sottosegretario a Palazzo Chigi con D'Alema e viceministro degli Interni con Prodi.

Mancano all'appello dei pro e dei contro molti deputati e senatori. Ce ne scusiamo ma non possiamo tediare il lettore. Riscontriamo, invece, la necessità di allargare da subito il ventaglio a tutti coloro che vogliono convertire queste preziose risorse. Al di là degli schieramenti. Un governo di transizione potrebbe, oltre a fare la riforma elettorale, recuperare un bel po' di risorse per i 150 anni d'Italia con paesi che franano, scuole insicure ed ospedali fatiscenti.

Note: Articolo originale al link http://www.unimondo.org/Guide/Economia/Economia-di-guerra/F35-un-prete-un-comico-ed-un-medico
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