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Costi raddoppiati, dubbi sul Marine One

A rischio l'appalto per gli elicotteri della Casa Bianca, che vede impegnata anche l'italiana Agusta
Ennio Caretto
Fonte: Corriere.it - 24 febbraio 2009

Il presidente Obama sta discutendo con il ministro della difesa Robert Gates il destino del «Marine One», il nuovo elicottero della Casa Bianca della Lockheed Martin americana e della Augusta–Westland, del gruppo della Finmeccanica, il cui costo è quasi raddoppiato, dai previsti 6 miliardi di dollari a 11 miliardi. Ha lasciato intendere di non avere deciso se rispettare l’appalto, se modificarlo o se annullarlo, ma lo ha portato a «esempio di una procedura che s’è imballata», dicendo che «la questione dovrà essere risolta».

«BUY AMERICAN» - Obama ha parlato del «Marine One» in risposta a una domanda del senatore John McCain, il suo avversario repubblicano alle elezioni, che lamentava gli sprechi del Pentagono, incluso a suo parere il VH 71 della Agusta Westland. «L’elicottero che ho ora mi sembra perfettamente adeguato» ha dichiarato il presidente «forse perché non ne avevo avvertito la mancanza» ha aggiunto con un sorriso. La settimana scorsa, il New York Times aveva messo in dubbio la sorte della fornitura di «Marine One» visto che ogni apparecchio verrebbe a costare 400 milioni di dollari, quasi quanto il jumbo «Air Force One», la «Casa Bianca Volante». Obama ha fatto presente che in questo momento di crisi finanziaria il costo degli armamenti va contenuto. Ma il presidente è sottoposto a forti pressioni - perché riduca l’appalto o lo cancelli - anche dalla lobby del «buy American», compra prodotti americani, e dai liberal al Congresso. Uno di loro, il senatore Carl Levin, il capo della Commissione alla difesa, ha annunciato proprio ieri un disegno legge «per prevenire gli sprechi cronici dei militari».

COSTI E PREVENTIVI - Secondo Levin se i costi reali superassero i preventivi, gli appalti dovrebbero essere cancellati. Attualmente, in base alla legge Nunn – McCurdy, dal nome di due ex senatori, se i preventivi vengono superati del 25 per cento scatta una revisione dell’appalto. Delle 21 ultime revisioni, però, 2 sole condussero alla revoca. La Lockheed Martin, un gigante dello establishment militare industriale, e la Agusta Westland continuano a essere ottimiste. Osservano che i costi aggiuntivi sono dovuti alla richiesta dell’amministrazione Bush, che voleva fare del VH 71 una fortezza high tech, in grado di reagire a ogni attacco, e potrebbero essere ridotti sotto Obama. E sottolineano che i progetti alternativi sono più costosi.

FRATTINI OTTIMISTA - Un primo gruppo di elicotteri, inoltre, fino a 7, è pronto, il secondo è in attesa del responso del Pentagono il giugno prossimo. E’ ottimista anche il nostro ministro italiano degli esteri Franco Frattini, stando a cui il «Marine One» verrà ultimato. Ma la lobby del «buy American» si batte affinché l’appalto sia trasferito alla Sikorski, la casa produttrice degli attuali «Marine One». Rosa del Lauro, una deputatessa del Connecticut, dove si trova la Sikorski, ha rinfacciato all’amministrazione Bush di avere favorito la Agusta e la Westland, che è inglese, in cambio dell’aiuto di Roma e Londra nella guerra dell’Iraq. La questione verrà discussa da Obama e dal premier britannico Gordon Brown quando questi visiterà la Casa Bianca a marzo. E a tempo debito, verrà consultato anche il governo italiano.

Note: Articolo al link http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_24/marine_one_elicottero_obama_agusta_caretto_b4a1637e-0245-11de-adb7-00144f02aabc.shtml
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