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Il primo NH-90 per l’Esercito in arrivo all’Aves di Viterbo

G. Martinelli
Fonte: Pagine di Difesa - 22 novembre 2007

La notizia (articolo su Flight International) è recente e ci dice come il prossimo mese di dicembre sarà segnato da un evento importante nell’ambito del processo di rinnovamento dell’Aviazione dell’Esercito (Aves): la consegna, sia pure con oltre tre anni di ritardo, del primo Nh-90 in versione Tth (Tactical transport helicopter) al centro addestrativo dell’Aves di Viterbo. Una consegna che giunge dopo alcuni mesi di intense prove effettuate con velivoli che, però, risultavano ancora in carico all’azienda costruttrice. Non solo, entro la primavera del prossimo anno altri cinque di questi elicotteri si aggiungeranno al primo e anche se tutti saranno in una configurazione Ioc (Initial operational capability), quindi con scopi esclusivamente addestrativi, il loro ingresso in servizio rappresenterà comunque un fatto di grande importanza.
E ciò perchè non solo l’Nh-90 presenta caratteristiche tali da incrementare sensibilmente le capacità operative dei reparti che lo riceveranno, ma anche - anzi soprattutto - perché esso costituisce il tassello più significativo nell’ambito dei cambiamenti della linea di volo dell’Aves; con i 60 esemplari ordinati si potrà infatti sostituire buona parte dei velivoli Ab-205/212/412, se non tutti. Il risultato, in termini pratici, sarà rappresentato dal fatto che al posto dei sette tipi diversi di elicotteri oggi in servizio, la stessa Aves conta in futuro di farne operare soli quattro: l’Nh-90 Ett (Elicottero da trasporto tattico, secondo la definizione dell’Esercito), l’A-129 Ees (Elicottero da esplorazione e scorta), l’Etm (Elicottero da trasporto medio) presumibilmente il Ch-47f e l’Esc (Elicottero da supporto al combattimento) per il quale tuttavia sembra più probabile che la scelta possa ricadere in realtà su due piattaforme diverse, con candidati più probabili l’A-109 e l’Aw-149.

Tornando all’Nh-90, è da rilevare come eccezion fatta per i sei esemplari che saranno assegnati al 26° Gruppo squadroni ‘Giove’ Reos (Reparto elicotteri per operazioni speciali) e i 18 utilizzati per l’addestramento e la riserva, i rimanenti 36 saranno tutti assegnati alla brigata aeromobile Friuli; anche in questo caso i vantaggi da un punto di vista logistico e di capacità operative saranno evidenti visto che il 5° reggimento Rigel e il 7° Vega avranno a disposizione l’intera flotta sia degli A-129 che degli Nh-90. Un passaggio che incomincerà a concretizzarsi alla fine del 2009; per quella data infatti, dovrebbe essere dichiarato pronto a essere dispiegato ovunque richiesto il primo squadrone di sei elicotteri della Friuli. E sempre a proposito di tempi, l’Esercito conta - nonostante i ritardi accumulati - di completare l’ingresso in servizio di tutti gli Nh-90 entro il 2018.

Al di là degli aspetti quantitativi e di composizione della flotta, l’Nh-90 rappresenta senza ombra di dubbio un deciso passo in avanti nel settore degli elicotteri tattici dell’Aves, sotto ogni punto di vista: capacità di carico (fino a 20 soldati o 2.500 Kg di carico), prestazioni (300 km/h di velocità massima e un’autonomia circa 800 km), avionica (si pensi al sistema fly-by-wire così come alla ricca dotazione di sistemi di navigazione) e sicurezza (in termini di robustezza della cellula ma anche di presenza di un sistema di auto-difesa integrato) sono tutti aspetti nei quali questo elicottero primeggia. Doti che, oltre a quella della versatilità, sono confermate da una seconda versione nella quale esso viene prodotto e cioè quella Nhf (Nato frigate helicopter) che nasce per l’impiego a bordo di unità navali con compiti anti-som e antinave; versione che sarà acquisita dalla Marina militare in 46 esemplari, ai quali si aggiungeranno dieci Tth per le esigenze connesse alla propria forza da sbarco, con consegne previste a partire dal 2009.
NH-90
Ma l’Nh-90 illustra al meglio anche il buon momento dell’industria elicotteristica europea; prodotto dal consorzio Nhi (Nato helicopter industries) composto dalla franco-tedesca Eurocopter, dall’italiana AgustaWestland e dall’olandese Stork Fokker, esso è già diventato uno dei best-seller della categoria. Oltre agli ordini posti dai cinque Paesi facenti parte del consorzio - a Francia, Germania, Italia e Olanda si è successivamente unito anche il Portogallo - almeno altri 10 hanno già fatto altrettanto, con il risultato che l’Nh-90 (nelle sue due versioni) è stato fino ad oggi ordinato in quasi 500 esemplari, con opzioni per circa un’altra cinquantina. Un successo commerciale di assoluto rilievo, soprattutto se si considera che questo elicottero sta ancora muovendo i primi passi della propria vita operativa; talmente importante da comportare - paradossalmente - delle difficoltà a livello produttivo per soddisfare le numerose richieste.

E’ se vero che il prodotto finale presenta costi elevati (si parla di 19 milioni di euro per la versione Tth, con cifre ancora superiori per la Nhf) ed è stato caratterizzato da tempi di sviluppo e consegna piuttosto lunghi (basti pensare che la firma del contratto tra il consorzio Nhi e la Nahema (Nato helicopter management agency) avvenne nel settembre del 1992), è altrettanto vero che ormai gli sforzi profusi sembrano sul punto di essere ripagati. Se l’ingresso in servizio dell’Nh-90 non sarà ostacolato da ulteriori - peraltro sempre possibili - problemi, nell’arco del prossimo decennio l’Esercito italiano e la Marina militare potranno contare su di un elicottero capace di rispondere alle loro esigenze operative e che in più, vista la notevole diffusione che sta avendo tra molti Paesi europei, potrebbe in qualche modo favorire quel processo di interoperabilità - se non una vera e propria integrazione - tra le varie Forze armate europee.

Note: Articolo al link http://www.paginedidifesa.it/2007/martinelli_071122.html
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