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Forze armate, Napolitano: «Possibili emergenze»

Fonte: L'Unità - 04 novembre 2007

Ha deposto una corona d'alloro sulla tomba del milite ignoto, il Vittoriano, a Roma. Poi, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella giornata dedicata alle Forze Armate, ha lanciato un messaggio non proprio di ricorrenza. «È nostro dovere – ha detto – prepararsi a fronteggiare ognuna delle nuove possibili emergenze» che possono presentarsi nel panorama internazionale.

Certo, non è una chiamata alle armi, il nostro è sempre e comunque un contributo «per garantire la pace» e «lo strumento militare va visto – secondo il presidente – come una componente, solo una componente del ben più ampio e articolato dispositivo multidisciplinare che occorre attivare nelle aree di crisi». Ma, armi o non armi, serve «un nuovo sforzo di coesione nazionale» per dire la nostra nella «costruzione di un nuovo ordine mondiale». Con lui c’erano il ministro della Difesa, Arturo Parisi, , il presidente del Consiglio, Romano Prodi, i presidenti di Camera e Senato, Bertinotti e Marini, e il capo di Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Di Paola.

Le parole di Napolitano non arrivano certo dal nulla: «a nessuno possono sfuggire – ha spiegato – le preoccupazioni che nascono dall'aggravarsi della situazione in Afghanistan, dall'incombere di gravi incognite nella regione che abbraccia l'Iraq e l'Iran, dal riaccendersi di acute contrapposizioni nei vicini Balcani, dal persistere di tensioni nel quadro politico e istituzionale libanese, dal trascinarsi di una crisi lacerante nel Medio Oriente». Una carrellata sui focolai del mondo che dobbiamo prepararci a spegnere, perché «il senso della responsabilità e del prestigio dell'Italia» devono «dare prova di unità nel vigilare e nel ricercare le strade che meglio possono garantire la sicurezza e condurre alla pace».

Serve coraggio per Napolitano: si tratta di «una responsabilità a cui non possiamo sottrarci, che come italiani e come europei non possiamo delegare ad altri». L'Italia, ha detto il presidente della repubblica, «non può venir meno a quel livello di presenza e operatività militare che è lecito attendersi da un Paese che è tra i quattro maggiori dell'Unione europea».

E a chi invece si ostina a chiedere la riduzione delle spese militari, Napolitano ribadisce la necessità di un «rafforzamento delle nostre Forze armate e il conseguente impegno di spesa (…) che possano trovare il più intenso contributo propositivo e il più vasto consenso in Parlamento nell'insieme delle forze politiche nonché sul fronte dell'informazione e del coinvolgimento dell'opinione pubblica».

Note: Articolo originale al link

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=70322
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