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Nucleare

CARD.MARTINO, DESTINARE A SVILUPPO SPESE MILITARI

Fonte: ANSA - 01 agosto 2007


''L'equilibrio del terrore'' basato sulla cosiddetta ''strategia della deterrenza'' e sulle armi nucleari ''non garantisce, ma minaccia la pace della famiglia umana''. E' quanto afferma il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, in un'intervista alla Radio Vaticana, successiva all'appello di domenica scorsa di Benedetto XVI in favore del disarmo nucleare.
''La corsa agli armamenti - aggiunge - limita lo sviluppo dei popoli e alimenta la diffidenza reciproca e l'isolamento degli stati a livello regionale e internazionale''. E ''se e' doveroso eliminare o almeno limitare il piu' possibile il rischio che soggetti non statali (come le organizzazioni criminali e terroristiche), si dotino di armi nucleari - dice Martino -, e' altrettanto urgente che gli stessi stati concordino un programma di disarmo generale, che preveda anche la destinazione allo sviluppo delle risorse umane e materiali oggi assegnate alla spesa militare''.
E' in questa luce - aggiunge il porporato - ''che bisogna interpretare le ambizioni nucleari non solo di Iran e Nord Corea, ma anche di potenze al di fuori del Tnp come l'India, delle potenze occidentali e dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite''.
A riprova della ''necessita' di una reale 'conversione' della politica mondiale'', Martino cita la spesa militare dichiarata dagli stati nel 2006, ''pari a 1.204 miliardi di dollari!''. ''Spesa in crescente aumento negli ultimi anni - osserva - e giunta a 184 dollari pro capite considerata la popolazione mondiale''.
''Bisogna ripartire dal 'disarmo dei cuori' - esorta Martino -, dalla fiducia tra i popoli e dal rafforzamento delle organizzazioni internazionali. Non solo l'Aiea ma ciascun stato ed essere umano sono decisivi nella realizzazione della pace''.

Secondo il card. Martino ''la relazione tra divieto dei progetti ostili e promozione dei progetti nucleari pacifici sembra esser la questione centrale nel settore nucleare''. Da un lato, infatti, ''bisogna difendere la sicurezza e la pace'', dall'altro ''va promosso lo sviluppo dei popoli''. E se ''sicurezza e sviluppo sono i pilastri sui quali si fondano la politica nucleare mondiale'' e in particolare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp) del 1968 e lo Statuto dell'Aiea del 1957, va affermato secondo il capodicastero vaticano che ''il ruolo dell'Aiea - oggi piu' che mai - sia quello di garantire un giusto equilibrio tra le legittime esigenze della sicurezza e dello sviluppo dei popoli''.

''Sviluppo - sottolinea Martino - legato anche al diritto degli stati all'uso pacifico dell'energia nucleare, riconosciuto dal Tnp come 'diritto inalienabile'''. ''La Santa Sede - continua il presidente di Giustizia e Pace - e' a favore della pace e della sicurezza della famiglia umana. Per questo essa si adopera a livello internazionale per un 'disarmo generale, equilibrato e controllato', non solo nel settore nucleare ma anche in quelli chimico e biologico e delle armi convenzionali''.
'In definitiva - conclude - essere membro fondatore dell'Aiea, per la Santa sede significa lavorare per la pace e lo sviluppo della famiglia umana''.

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