Il sottosegretario Forcieri ad Affari:ecco perché ci serve quell'aereo
L’Italia, insieme ad altre otto nazioni, ha sottoscritto un accordo con gli Usa per lo sviluppo del programma di ricerca e produzione dell’aereo JSF, o F35, il nuovo cacciabombardiere destinato a sostituire, a partire dal 2015, i Tornado, gli AMX e gli AV-8 in dotazione alle forze armate. Secondo
JSF/ Il caccia che divide laici e cattolici
Finmeccanica è un grande progetto industriale. Ma le incognite sui costi dell’operazione e sulla reale utilità di questo investimento hanno suscitato polemiche. Il nostro paese, infatti, è già impegnato nel consorzio EFA per la costruzione del caccia europeo. Il sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri risponde con disponibilità alle critiche e precisa:“Non abbiamo ancora deciso di acquistare nessun velivolo, ma solo di proseguire il programma di ricerca e sviluppo iniziato nel ’98."
Ma quale sarà il prezzo reale di questi aerei, che, secondo Rete disarmo, arriverebbero complessivamente a costarci "chiavi in mano", ricerca e sviluppo compresi, circa 20 miliardi di euro (vedi box)? Forcieri ribatte “Lo sapremo quando li acquisteremo: per ora l’impegno per lo sviluppo e la preindustrializzazione è di circa 900 milioni di euro nell’arco di 40 anni.”. Sulle difficoltà del caccia europeo, invece, il sottosegretario rileva:
“Il JSF non è in concorrenza con l’EFA, i cui concorrenti sono proprio due aerei europei: il Rafale francese e il Gripen svedese. La “follia” dell’Europa è avere sviluppato tre velivoli in concorrenza tra di essi, invece di concentrare gli sforzi comuni per la realizzazione di un unico aereo, arrivando così privi di un progetto competitivo all’appuntamento del 2015, quando sostituiremo molti aerei in dotazione alle Forze Armate degli stati UE”.
L'intervista
Perché l’Italia ha bisogno di un caccia con queste caratteristiche?
"La nostra flotta conta oggi oltre 250 velivoli tra Tornado, Amx e AV- 8B, velivoli a decollo tradizionale o verticale. Questi aerei dovranno essere sostituiti a partire dal 2015 per raggiunti limiti di età. Con velivoli più moderni e più performanti il numero potrà essere notevolmente ridotto."
Perché puntare proprio sul JSF per questo turnover?
"Il programma JSF garantisce questo ricambio nelle due versioni del velivolo, una a decollo tradizionale e l’altra a decollo verticale."
E dal punto di vista produttivo?
"Invece di affidarci semplicemente al mercato per acquistare aerei, partecipiamo ad un programma di produzione con una quota del 4%, così come abbiamo fatto con il caccia europeo."
Come si integrano Eurofighter, il caccia europeo, e JSF? i due programmi sono alternativi?
"No, complementari. Il caccia europeo ci garantirà la superiorità aerea per la difesa del territorio, il JSF la proiezione al suolo e, quindi, la copertura ad esempio delle nostre truppe impegnate nelle missioni internazionali di pace. Alla fine avremo solo due tipi di velivolo in dotazione anziché quattro."
La Corte dei conti olandese ha mosso precisi rilievi al programma JSF: poca trasparenza sulle procedure adottate e incertezza sui costi reali dell’operazione. Quale peso hanno per il governo italiano queste critiche?
"Credo che gli elementi critici evidenziati dalla Corte dei conti olandese siano stati risolti se il governo di quel paese ha firmato già a novembre il Memorandum che regola il programma. Noi l’abbiamo firmato solo il 7 febbraio e comunque…"
Dica…
"Noi al momento attuale non abbiamo deciso di acquistare nessun velivolo, ma solo di proseguire il programma di ricerca e sviluppo iniziato nel ‘98 e di avviare quello di predisposizione alla produzione. Quando sarà il momento, intorno al 2009-2010, chiederemo formale parere del Parlamento riguardo le decisioni da assumere."
L’Italia però ricopre nel programma una posizione rilevante che vede direttamente coinvolte le nostre aziende. Il progetto è finalizzato alla produzione di questi aerei e alla fine noi non ne compriamo neanche uno?
"I nostri impegni istituzionali sono questi. Il dato di partenza è che l’Italia deve comunque sostituire oltre 250 aerei. Prevediamo di farlo con l’EFA e il JSF, ma la decisione effettiva la prenderemo quando avremo le garanzie necessarie che il modello risponda adeguatamente alle nostre esigenze. L’acquisto dei velivoli comincerebbe dal 2013, nella fase piena di produzione, quando è prevedibile che tutti i problemi saranno risolti."
E oggi?
Entriamo in maniera consistente sulla produzione delle ali e della relativa sezione di fusoliera, circa 1300 esemplari: una quota che va ben oltre le nostre iniziali previsioni di produzione e di ricaduta industriale.
Il Gao, la Corte dei conti Usa, ha criticato nei mesi scorsi il progetto JSF. Lo ha definito un investimento a scatola chiusa, finanziato senza attendere l’esito dei test di volo e senza sufficienti garanzie sul numero complessivo degli aerei che saranno acquistati dalle nazioni coinvolte nell'operazione. Crede che i rilievi del Gao siano ormai superati?
"Il programma sta procedendo molto bene, il primo aereo è volato a dicembre con soli tre mesi di ritardo sulla tempistica prevista. Su un programma di sviluppo di 10 anni e di produzione di 30-40 anni il rischio della sperimentazione è fisiologico, ma confidiamo che tutto si svolga secondo i piani prestabiliti.Comunque gli eventuali maggiori oneri della fase di ricerca, sviluppo e produzione dei prototipi sono esclusivamente a carico degli Usa."
Ma ci sarà un parere della Corte dei conti italiana?
"C’è sempre un parere della Corte dei conti sugli atti del governo."
Cosa risponde a chi sostiene che il costo dei velivoli potrebbe essere molto più caro di quanto dichiarato in un primo tempo?
"Parleremo del prezzo di questi aerei quando ne decideremo l’acquisto: per ora l’impegno è di circa 900 milioni di euro nell’arco di 40 anni. Se decidiamo di uscire, possiamo saldare il conto e lasciare abbastanza facilmente il progetto, ma non vedo perché dovremmo farlo. Noi europei non dobbiamo ripetere gli errori degli anni ’90."
Cosa risponde, invece, a chi chiede di spendere meno soldi per il settore bellico e investire di più per rilanciare una politica industriale?
"Noi produciamo parti di aereo sia per l’industria militare che per quella civile. Va sottolineato, in ogni caso, che i trasferimenti di tecnologia, in questo settore, sono immediati. L’industria “militare” aerospaziale nella realtà è un laboratorio di ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie. Tecnologie che possono poi essere trasferite al settore civile."
Ad esempio?
"Il fly by wire, i materiali compositi che oramai troviamo applicati in tutti i settori (automobili comprese) o gli stessi navigatori satellitari che vanno tanto di moda oggi sono nati per esigenze “militari” ma hanno poi avuto una ricaduta ed una applicazione, e hanno comportato notevoli benefici, anche per il settore civile.Il JSF garantisce anche la continuità di lavoro per tutte le persone ora impegnate nell’EFA che con la fine del programma avrebbero avuto problemi occupazionali.Con questo programma le nostre Forze Armate si dotano di un velivolo di elevate capacità ed inoltre il nostro Paese si assicura capacità tecnologiche avanzate."