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Iter per la riconversione industria bellica in Piemonte

Il Consiglio Regionale del Piemonte ha esaminato le due proposte di legge regionale per la riconversione dell'industria bellica. Nel testo della proposta di alcuni partiti dell'Unione rimane aperta un'ambiguità pericolosa, in contrasto con l'obiettivo di diminuire la produzione militare a favore della ricerca e della produzione per usi civili.
2 marzo 2007 - Andrea Trentini


1 marzo 2007 - Si è svolta presso la sede del Consiglio Regionale del Piemonte, a Torino, la consultazione sulle due proposte di legge regionale per la riconversione dell'industria bellica. La prima proposta, la n° 251, presentata il 7 marzo 2006, a firma di due consiglieri regionali rappresentanti della lista civica "Sinistra per l'Unione", è stata promossa, ed è sostenuta, da diverse associazioni e organizzazioni pacifiste piemontesi; la seconda, la n° 283, è stata presentata il 12 maggio 2006 da consiglieri regionali dei gruppi consiliari PRC, Verdi, Comunisti Italiani e DS.

I testi sono entrambi reperibili all'indirizzo
http://www.consiglioregionale.piemonte.it/consultazioni/settima.htm

Durante la consultazione sono state consegnate le firme dei cittadini raccolte negli ultimi mesi e sono stati ascoltanti diversi rappresentanti delle organizzazioni promotrici.

Si auspica che il gruppo di lavoro, di cui ha dato conferma il presidente della commissione regionale, realizzi un'accorta integrazione delle due proposte nei sui contenuti fondamentali, che il testo finale sia presentato alla commisione competente e che, infine, sia portato in aula per la sua approvazione. Tutto ciò, confidiamo, in tempi non troppo lunghi e senza grossi inciampi.

Su un punto della 283 i promotori della prima proposta (associazioni e organizzazioni pacifiste piemontesi) si sono espressi negativamente: nell'articolo 4, al comma b) si recita "elaborare studi e documentazioni sulla situazione e le prospettive di riconversione del settore, con particolare riferimento alle prospettive occupazionali, alla valorizzazione in ambito civile delle risorse e delle competenze e sull'esistenza, nelle imprese censite, di attività, competenze, tecnologie che, di fatto o potenzialmente, abbiano caratteristiche duali -riferibili cioè ad applicazioni sia militari, sia civili-.

Ciò introduce un'ambiguità pericolosa, in contrasto con l'obiettivo di diminuire la produzione militare a favore della ricerca e della produzione per usi civili.

di Rosa D'Elia - Rete Lilliput Val Sangone (TO)

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