SANZIONI USA EXPORT ARMI, MOSCA: CONTRO LEGGE INTERNAZIONALE
Le sanzioni Usa contro l'export russo di
armi differiscono dallo spirito di partnership tra stati e vanno
contro la legge internazionale. Lo ha detto Igor Ivanov,
segretario del Consiglio di sicurezza russo, reduce da una visita
a Teheran. Spiegando che Mosca "non ha violato e non violerà
alcun trattato o accordo internazionale, anche per quanto
riguarda il controllo sull'export di armamenti" ha aggiunto
Ivanov. Lo riporta Interfax.
La notizia delle sanzioni, riportata a inizio gennaio dal
quotidiano The Washington Times, indicava severe restrizioni
imposte a tre compagnie gestite dallo stato cinese, a tre russe -
tra le quali Rosoboronexport - e a un'azienda di estrazione
mineraria nordcoreana; il tutto in base a una norma statunitense
del 2000, relativa alla proliferazione delle armi, ribattezzata
poi nel 2005 Legge di non-proliferazione per Siria e Iran. Ma da
Mosca si era già precisato che non è stato violato alcun trattato
internazionale sull'export di armi. Anche in relazione a Siria,
Iran, e Venezuela.
A replicare è anche Konstantin Kosachyov, presidente della
commissione Affari Internazionali della Duma di Stato (Camera
Bassa del Parlamento russo). "Il controllo dell'export è molto
severo in Russia, e quando le armi vengono esportate, si rispetta
il meccanismo del regime di controlli e gli obblighi
internazionali della Russia" ha spiegato l'alto funzionario a
radio Eco di Mosca.
La decisione è stata presa da Washington, dopo controlli
incrociati di intelligence sugli ultimi due anni. Le misure
andrebbero a colpire più le aziende russe che non cinesi e
nordcoreane, per il potenziale blocco delle vendite di componenti
per velivoli ai costruttori Usa. Secondo la stampa americana, le
sanzioni vietano il commercio e il sostegno del governo degli
Stati Uniti alle relative compagnie per due anni e impediscono
alle aziende statunitensi rapporti commerciali con esse.