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Cluster bombs: Onu chiede moratoria, ma l'Italia le fabbrica

Fonte: Unimondo - 08 novembre 2006


Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per voce del Vicesegretario generale e coordinatore umanitario Jan Egeland affinché venga congelato l’uso di cluster bombs (bombe a grappolo). La Campagna italiana contro le mine, che da anni si batte affinché venga vietato dal diritto internazionale l’uso di questo tipo di micidiale armamento, esprime soddisfazione per questa posizione assunta dalle Nazioni Unite.
“Ma occorre denunciare – dice Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana Contro le Mine - che malgrado ciò, l’Italia non ha ancora ratificato il V protocollo della Convenzione sull’uso d’armi convenzionali (Ccw) che riguarda gli ordigni inesplosi e la bonifica dei siti contaminati.” (…) Inoltre - continua Schiavello - questi micidiali congegni continuano ad essere prodotti in Italia, dalla Simmel difesa, e in altri paesi europei come Francia, Spagna e Inghilterra”. Va ricordato che Simmel Difesa a fine 2004 ha oscurato il proprio catalogo online che riportava diversi modelli di queste armi: da un'inchiesta di Rainews24 la Simmel Difesa continua a esportare componenti di cluster.

La Campagna contro le mine e Rete Disarmo invitano il Governo Italiano a prendere una chiara posizione in materia di disarmo di fronte alle prove inconfutabili di massacri di civili dovuti agli ordigni inesplosi. “Non è accettabile – conclude Schiavello - che l’Italia non riesca a sostenere un chiaro orientamento a sostegno dei diritti umani nei consessi diplomatici demandati alle politiche per il disarmo quando si è dotata, grazie all’impegno della società civile, di una legge di messa al bando delle mine che ha la più avanzata definizione di mina antipersona al mondo e che certamente assimila senza ombra di dubbio ordigni con effetti indiscriminati come le sub-munizioni cluster”.

Un Disegno di Legge per l’inclusione delle cluster bombs nella legge che mette al bando la produzione delle mine antipersona (legge 374/97) è stato presentato al Senato raccogliendo più di 37 firme da diversi schieramenti ed un analogo Disegno di Legge e stato presentato alla Camera dei Deputati. Anche il parlamento svizzero si appresta a discutere un'iniziativa per il divieto delle bombe a grappolo: la Svizzera possiede 200mila esemplari di questo tipo di armi e la proposta chiede "il divieto di fabbricazione, esportazione, stoccaggio e utilizzazione di queste armi in Svizzera".

Dalla fine del conflitto in Libano, le Nazioni Unite hanno stimato la presenza di circa 100mila ordigni inesplosi ed è stato confermato sempre da fonti dell’Onu, l’utilizzo di armi al fosforo bianco. La Campagna "Stop cluster munitions" chiede che questi ordigni siano equiparati alle mine antipersona e che siano messi al bando: secondo l'organizzazione non governativa "Handicap international", dal 1973 le cluster bombs avrebbero provocato più di 11mila vittime e 33 milioni sarebbero gli ordigni rimasti inesplosi sul terreno.

Le cluster bombs, bombe a grappolo, uccidono soprattutto dopo la fine dei conflitti: sono relativamente recenti e sono state messe a punto dopo il bando di sistemi precedenti, in sostituzione delle mine antipersona. E' stato calcolato che le bombe inesplose (circa il 10-30%) rimangono sul terreno diventando delle mine che possono esplodere in seguito al minimo contatto.

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