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Washington cerca di fermare la vendita di armamenti

Caccia e navi a Chavez Zapatero irrita gli Usa

La Rice non accetta l'invito al vertice Euromed. L'ambasciatore: «Sarebbe un fattore destabilizzante per la regione. Chavez vuole esportare la rivoluzione bolivariana»
Mino Vignolo
Fonte: Corriere della Sera - 25 novembre 2005


Il ritiro dei soldati spagnoli dall'Iraq, prima decisione presa dal capo del governo Zapatero dopo la sua vittoria elettorale nel marzo 2004, ha gelato le relazioni fra Spagna e Stati Uniti. Altri malintesi sono seguiti ma negli ultimi tempi sembrava che i rapporti fossero improntati ad una relativa normalizzazione. Ora una fornitura di materiale militare al Venezuela, Paese guidato da Hugo Chavez, leader «bolivariano» considerato dalla Casa Bianca un mestatore quasi alla pari di Fidel Castro, rischia di riportare le relazioni alla freddezza iniziale. L'ambasciatore americano a Madrid Eduardo Aguirre è stato chiaro. La vendita di otto navi e dodici aerei, un megacontratto per un valore complessivo di 2 miliardi di dollari, «sarebbe un fattore di destabilizzazione nella regione», ha detto il diplomatico, prima di aggiungere che gli Stati Uniti, Paese interessato alla stabilità dell'America Latina, non vede di buon occhio il fatto che Chavez «vuole esportare la rivoluzione bolivariana». «Preferiamo che si limiti ad esportare petrolio» ha affermato in tono scherzoso, forse pensando all'offerta del presidente venezuelano di rifornire di petrolio a buon mercato i quartieri poveri di New York e di Boston.
Il contratto non è ancora stato firmato ma mancano pochi giorni. Gli Stati Uniti ancora confidano in un ripensamento dell'ultima ora da parte della Spagna e hanno lasciato balenare la possibilità di non autorizzare la vendita degli aerei fabbricati dalla impresa spagnola CASA-EASD ma dotati di componenti Usa ad alta tecnologia che hanno bisogno di un nulla osta per la cessione a Paesi terzi. L'insistenza di Washington nell' esprimere il proprio malcontento coincide, non casualmente, con la notizia, confermata al giornale ABC da un portavoce del dipartimento di Stato che Condoleezza Rice non verrà in Spagna per il vertice euromediterraneo di Barcellona che si svolgerà domenica e lunedì. Anche se gli Stati Uniti non fanno parte del Processo di Barcellona il governo Zapatero aveva invitato, come atto di buona volontà e di amicizia, la segretario di Stato americana. Il «caso Venezuela» avrebbe bloccato la marcia di avvicinamento alla Amministrazione Bush rafforzando a Washington la diffidenza verso Zapatero.
Alla luce dei fatti hanno sorpreso le dichiarazioni ottimiste del ministro degli Esteri Miguel Angel Moratinos. Afferma, convinto, che l'eventuale vendita di aerei e navi militari «non pregiudicheranno» le relazioni con gli Stati Uniti. «La Spagna e gli Stati Uniti sono Paesi associati e amici» ha dichiarato il capo della diplomazia spagnola, senza tenere conto dei desideri espressi dal Paese «associato e amico». Moratinos ha sottolineato che la vendita di dieci aerei da trasporto C-295, di due aerei di sorveglianza marittimà CN-235, di quattro navi di guardia costiera e di quattro corvette, «è una questione fra imprese». Ma ha ammesso che gli Stati Uniti potrebbero porre il loro veto alla vendita degli aerei con componenti Usa. Che non sia «una questione fra imprese» è chiarissimo a Hugo Chavez. Il presidente del Venezuela intende dare contenuto politico all'acquisto di navi e di aerei spagnoli, contrapponendola Casa Bianca al governo di Zapatero.
Batte e ribatte sul tasto che il giovane primo ministro spagnolo sta resistendo con coraggio «alle pressioni della superpotenza americana». Prova gratitudine ma non gli basta. Sembra che abbia posto come condizione per la firma del contratto la presenza del ministro della Difesa spagnolo José Bono.

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