ControllArmi

ControllArmi

RSS logo

E le stellette che noi portiamo: la difesa vista dai DS

Fonte: Unimondo - 11 novembre 2005


Al convegno promosso dai DS lunedi scorso a Roma su ''Per la pace, sempre: Le nuove sfide della Difesa" sono intervenuti, oltre a Marco Minniti (vedi relazione) e Piero Fassino, il Ministro della Difesa Antonio Martino (vedi intervento), il capo di Stato maggiore della Difesa Gianpaolo Di Paola, il Segretario Generale delegato Nato Alessandro Minuto Rizzo, l'amministratore delegato Fincantieri Giuseppe Bono, il presidente dell'A.I.A.D. Giorgio Zappa). Il convegno mirava soprattutto a tranquillizzare le Forze Armate sui "tagli" (tutti da dimostrare) alla Funzione Difesa annunciati dalla Finanziaria 2006 e a ribadire che, una volta al Governo, le spese saranno riportate all'1,5% del Pil ed anzi, come espressamente affermato da Piero Fassino, "già da questa Finanziaria cercheremo far passare tutte le modifiche possibili così da ripristinare le voci che sono state tagliate". Tra la folta platea di militari, politici, osservatori e giornalisti, erano presenti anche vari rappresentati delle organizzazioni pacifiste. Dai loro commenti emerge un quadro alquanto differente da quello presentato da politici e analisti che pone domande precise alle forze politiche che intendono raccogliere le istanze del "popolo della pace".

"E' ora di smetterla con le informazioni fuorivianti: tutti sappiamo che quelle riportate dal Governo alla voce Funzione Difesa non rappresentano tutte le spese militari del nostro Paese. Gli italiani dovrebbero essere informati, invece, che - come documenta il SIPRI - l'Italia spende per la difesa 484 dollari pro-capite, ben più di Germania (411 dollari), Giappone (332 dollari) e Canada (377 dollari)" - ha commentato Giorgio Beretta della Campagna di pressione alle 'banche armate'". "Un dato che va raffrontato non solo alle spese militari di altri Paesi europei, ma anche alla loro spesa sociale. Se è vero, infatti che la Gran Bretagna spende 748 dollari e la Francia 761 dollari pro-capite per la difesa, va però notato che l'Italia spende per l'assistenza (maternità, disoccupazione, handicap, edilizia popolare ecc.) circa 545 euro per ogni cittadino all'anno. La media europea è di 1.558 (il triplo!), quella inglese di 1.619, la francese di 1.754, la tedesca di 2.049. Se misurata rispetto al Pil la differenza è sconcertante: l'Italia dedica alle voci dello stato sociale il 2,7% del proprio PIL (poco più delle spese militari), mentre la media europea è assestata sul 6,9%, con la Gran Bretagna al 6,8%, la Francia al 7,5, la Germania all'8,3%, riporta l'Eurostat 2003".

"E' urgente poi - ha proseguito Beretta - che il prossimo Governo si impegni a rivedere il numero e la funzione delle missioni militari all'estero, oltre alla missione in Iraq. Attualmente ci sono 11.437 militari impegnati in 29 missioni in ben 20 Paesi! (vedi l'ultima tabella del Ministero della Difesa. La Germania, ad esempio, sta partecipando con 7300 soldati e 250 poliziotti a solo 8 missioni di peace-keeping. Anche un analista non certo del mondo pacifista come il direttore di "Analisi Difesa" Gianandrea Gaiani ha sollevato critiche sul senso di tutte queste missioni notando che "Dal punto di vista strategico non sembra esistere una dottrina che stabilisca in quali contesti, con quali prerogative e in base a quali interessi nazionali l'Italia sia disponibile ad inviare proprie forze nell'ambito di contingenti multinazionali. Da anni ci si limita a rispondere positivamente a tutte le richieste dell'ONU e degli organismi internazionali come se la presenza di truppe oltremare potesse da sola rappresentare quella politica estera che negli ultimi 50 anni l'Italia non è mai riuscita a elaborare".

"E' grave che i DS non mettano minimamente in discussione questo modello di difesa al quale hanno dato un forte contributo quando sono stati al governo nella passata legislatura" - ha sottolineato Massimo Paolicelli, Presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti. "La professionalizzazione delle Forze Armate con una forza di 190.000 uomini, alcuni costosissimi sistemi d'arma, l'elevazione a quarta Forza Armata dei carabinieri sono scelte fatte dal precedente Governo e che, come avevamo apertamente denunciato, stanno facendo lievitare a dismisura i costi di questo modello di difesa. Le spese per il personale volano in alto, si continua ad investire in inutili sistemi d'arma, visti i nuovi scenari strategici che abbiamo davanti e poi si taglia sull'esercizio e sulla manutenzione, mettendo a repentaglio la vita degli stessi lavoratori con le stellette".

"Basta poi con il gioco di nascondere le vere spese della difesa, non includendo i Carabinieri, ormai quarta forza armata, le missioni all'estero e le spese per i sistemi d'arma allocate alle attività produttive" - ribadisce Paolicelli. "La funzione difesa è solo una parte delle spese militari, quando ci paragoniamo ad altri paesi, dobbiamo fare come fa la Nato, inserendo tutte le spese. Se i DS sono 'per la pace, sempre', come hanno affermato nel titolo del loro convegno, forse è il caso che comincino a pensare ad un nuovo modello di difesa che dia discontinuità dal passato, visto che i pessimi risultati sono sotto gli occhi di tutti".

"Ma soprattutto c'era un grande assente al convegno dei DS: chi pensa che ci siano alternative alla difesa in armi, chi da anni lavora per proporre e vivere modelli alternativi, e non si accontenta di essere definito dal segretario Piero Fassino 'eticamente apprezzabile' ma utopista, perché chi governa non può escludere l'uso della forza. Oggi - ha concluso Paolicelli - è un utopista chi pensa che si vince il terrorismo con le guerre, ma soprattutto chi sperpera denaro pubblico in inutili e mastodontici eserciti e costosissimi sistemi d'arma, sottraendoli allo sviluppo del pianeta".

Note:

.