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Oggi il rapporto su "Oil for food": "Forniture intestate al presidente della Regione". "Compensi a de Petro per un elicottero e il rifacimento dell'aeroporto di Bagdad"

"Tangenti da Alenia e Agusta". Indagato l'amico di Formigoni

E l'Onu accusa il governatore per il petrolio di Saddam
Luca Fazzo e Marco Mensurati
Fonte: Repubblica.it - 27 ottobre 2005


Non era solo il petrolio di Saddam Hussein e del programma Oil for food ad arricchire la lobby affaristica che ruotava intorno a Mazarino de Petro, uomo di fiducia del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Mentre in America la commissione Onu che sta indagando sui regali di Saddam a politici di mezzo mondo si prepara a mettere in rete il suo rapporto finale - e per Formigoni ci sono anche lì delle novità non positive - a Milano si allarga l'inchiesta che il pm Alfredo Robledo sta conducendo sul lato italiano dello scandalo.

E si scopre che, mentre Formigoni faceva propaganda pacifista e umanitaria contro l'embargo all'Iraq, il suo braccio destro incassava finanziamenti rilevanti da due delle aziende italiane più impegnate nelle produzioni belliche: Alenia e Agusta. Il numero uno di Agusta, Giuseppe Orsi, è stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione, la stessa accusa è scattata anche per de Petro, che era già indagato per corruzione internazionale per i soldi a Saddam: de Petro sarebbe stato "ringraziato" con cinquantamila euro su un conto occulto dopo che Avionord, la società di proprietà della Regione Lombardia dove Formigoni l'aveva collocato come presidente, aveva comprato da Agusta un elicottero da quattro milioni.

Giorni caldi, come si vede. Oggi alle 17 ora italiana sul sito della commissione Onu (www. iic-offp. org) dovrebbe venire pubblicato il rapporto finale su Oil for food. Ma già ieri il Sole 24 Ore e il Financial Times hanno reso noti passaggi importanti delle dieci pagine che il rapporto dedica al presidente della Lombardia. Vengono elencati scrupolosamente gli undici contratti di fornitura (sequestrati in Iraq dopo l'invasione) in cui il nome di Formigoni appare come beneficiario dell'operazione.

Ma c'è di più. In una nota a piè di pagina viene citato un passaggio della deposizione di Tareq Aziz, ex ministro di Saddam, un tempo in ottimi rapporti con Formigoni. Ed è Tareq Aziz, nel marzo scorso, a indicare esplicitamente il governatore lombardo come beneficiario delle esportazioni.

Ancora più netto è un alto funzionario della Somo, la compagnia petrolifera del regime di Bagdad, che agli ispettori Onu indica "esclusivamente" nell'impegno di Formigoni a favore del popolo iracheno la ragione delle forniture di petrolio alla Cogep, l'azienda indicata da Formigoni stesso. La Cogep si sdebiterà in seguito sia con de Petro che col regime di Saddam. All'amico di Formigoni arrivano 700mila euro: poco dopo, rivela il Sole 24 Ore, de Petro compra in contanti una barca da 17 metri in società con Formigoni. Agli iracheni, come dimostra un documento allegato al rapporto Onu, la Cogep riversa una tangente di 30 centesimi di dollaro per ognuno dei due milioni di barili concessi.

Negli stessi anni la Candonly, la società ufficialmente gestita da de Petro che incassa i soldi di Oil for Food, incassa anche 50mila euro da Agusta e 400mila da Alenia. Per Agusta, la giustificazione formale è una improbabile consulenza per i mercati caraibici. Per Alenia, invece si torna a parlare di Iraq: la Candonly avrebbe dovuto aprire alla società di Finmeccanica il business della ristrutturazione dell'aeroporto di Baghdad. Il progetto fu stroncato dall'invasione Usa: ma i soldi, nel frattempo, erano già stati incassati.

Note:

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