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Trattative Londra-Ryahd per un megacontratto di forniture militari

Riccardo Pelliccetti
Fonte: Analisi Difesa - 09 ottobre 2005


La Gran Bretagna è impegnata in un intenso lavoro diplomatico-industriale per condurre in porto un colossale accordo in tema di armamenti con l’Arabia Saudita con trattative rimaste a lungo segrete. Il premier Tony Blair, il 2 luglio scorso, ha fatto una tappa a Riad durante il viaggio verso Singapore, dove Londra è in corsa per l’assegnazione delle Olimpiadi del 2012. E tre settimane dopo, è stata la volta del ministro della Difesa Reid ad andare nella capitale saudita per convincere il principe ereditario Sultan a rinnovare la flotta aerea del regno con l’Eurofighter Typhoon, il caccia europeo prodotto dal Consorzio Eurofighter nel quale la britannica Bae System ha un peso determinante. Un affare da 60 miliardi di euro che vede Downing Street impegnata in un’operazione non certo facile da portare a termine. Già nel 2000, come riportò anche AnalisiDifesa, era stato annunciato il rinnovo di un megacontratto di forniture militari, noto come Al Yamamah (la colomba), che prevedeva in primo luogo la fornitura di 48 caccia Typhoon. Ma le trattative sono ancora in una fase di stallo e i motivi sono molteplici. Da un lato, Riadh pone a Londra tre condizioni: l’espulsione di due dissidenti sauditi, Saad Al-Faqih e Mohammed Al-Masari; la ripresa dei voli per Riad della British Airways, attualmente sospesi per la minaccia terroristica; l’abbandono dell’inchiesta per corruzione che vede coinvolti dirigenti della Bae e membri della famiglia reale saudita. Il principe Turk bin Nasser, genero del principe Sultan, è infatti al centro delle indagini britanniche per i ”fondi neri“ dell’affare Al Yamamah (contratto di forniture militari sottoscritto ai tempi della Thatcher, che includeva i jet Tornado, e che Riadh continua a pagare annualmente per manutenzione e addestramento). Per quanto riguarda i due dissidenti, la situazione è controversa. Sono anni che il regime saudita cerca di mettere le mani su Al -Faqih, che, secondo le autorità saudite, è coinvolto nel tentativo di assassinare il re Abdullah. Il Foreign Office finora non ha considerato pericolosi i due sauditi, ma i recenti atttentati a Londra potrebbero spingere i britannici a cambiare atteggiamento. Condizioni saudite a parte, dall’altro lato ci sono le resistenze della diplomazia del Regno Unito. Il programma al Yamanah e in particolare la manutenzione dei Tornado impegna come tecnici molti britannici in Arabia Saudita e una nuova fornitura di caccia Typhoon significherebbe lo spostamento di altre centinaia di specialisti con le loro famiglie, aumentando così notevolmente il numero degli obiettivi dei terroristi. Su Whitehall ci sono forti pressioni. Il capo dello staff di Blair, Jonathan Powell, e il suo influente fratello Charles, consigliere per gli affari esteri della Thatcher e oggi consulente della Bae, si sono detti entusiasti dell’affare. Per il Typhoon sarebbe un bel rilancio, visto che per ora , a parte le nazioni che partecipano al consorzio (oltre la Gran Bretagna ci sono Italia, Germania e Spagna), ne sono stati acquistati 18 esemplari solo dall’Austria. L’Arabia Saudita, con l’inarrestabile rialzo del petrolio, può approfittare della situazione favorevole per rinnovare la sua flotta aerea e Bae Systems, che ha già quadruplicato i suoi profitti nel primo semestre 2005, potrà consolidare la sua supremazia tra le aziende di difesa europee.

Note:

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