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Riflessioni sul risultato del Referendum in Brasile

Mao Valpiana - Massimiliano Pilati
Fonte: Movimento Nonviolento - 25 ottobre 2005


L'esito negativo del referendum brasiliano rappresenta un'occasione persa per tutta l'umanita'. Ha vinto la paura, hanno vinto i fabbricanti d'armi, ha vinto la vecchia logica della violenza, ha vinto la disinformazione, ha vinto il cattivo esempio. Avremo tempo e modo per analizzare il risultato, per capire i meccanismi che hanno funzionato, per comprendere cosa si e' mosso nella societa' brasiliana. Avremo modo di lasciare la parola e ascoltare cio' che diranno i diretti protagonisti, chi ha sostenuto la
campagna per il si'.
Ma ora voglio fare un brevissima considerazione, che ci riguarda da vicino. A parte qualche rara eccezione, la cosiddetta grande stampa italiana non ha data alcuna informazione prima del referendum brasiliano. I telegiornali della Rai e di Mediaset non hanno dato la notizia durante la campagna referendaria brasiliana e non hanno offerto ai telespettatori nessun approfondimento sul tema. Oggi invece, fin dai primi telegiornali mattutini, la notizia della vittoria del no e' stata data anche con servizi e collegamenti. E' stato annunciato, come prima notizia di politica estera, che i brasiliani hanno respinto a grande maggioranza la proposta di abolire il commercio di armi. E' evidente la mala fede di questo tipo di giornalismo, fazioso, di parte, asservito agli interessi del potere, dei fabbricanti d'armi, dell'industria bellica italiana e internazionale. E' dunque vero che nel nostro paese non c'e' liberta' di informazione. E' dunque vero che le notizie vengono date non per educare i cittadini, ma vengono usate per distorcerne la coscienza. C'e' bisogno dunque di lavorare per sostenere e far crescere nuovi spazi liberi di informazione, come questo nostro notiziario, e altri ancora.
La sconfitta del referendum brasiliano non e' la sconfitta della nonviolenza, ma solo l'ennesima prova della insufficienza che ancora esiste nel mondo dell'informazione.
Il segnale che oggi ci viene dal Brasile e' un appello ad ognuno a fare qualcosa di piu' per avere anche in Italia spazi veri di liberta' di informazione.

di Mao Valpiana

Quando ero piccolo e amavo seguire il gioco del pallone, una squadra su tutte mi faceva sognare: la nazionale del Brasile. Il Brasile per me era fantasia, era creativita' e estro, era il grande calcio, insomma.
A vent'anni di distanza, un altro Brasile mi ha fatto sognare. il Brasile della societa' civile che ha animato la discussione mondiale sul tema del disarmo col referendum sul commercio di armi. In questi mesi ho seguito con speranza la campagna referendaria, ho esultato nel leggere i sondaggi che davano il si' in vantaggio, ho tremato nel vedere la "discesa in campo" della potente lobby armiera, ho sofferto nel leggere allucinanti discorsi in difesa delle armi, ho sostenuto, ho diffuso, ho amato i brasiliani e molti
amici italiani che tanto si adoperavano per il si' alla vita.
Ora, a scrutinio pressoche' concluso, pare certo che il fronte del no abbia prevalso, che il Brasile abbia deciso di non proibire il commercio di armi; la "ragione armata" ha avuto la meglio, e questo brucia. Brucia perche' molti di noi avevano scommesso sul Brasile, molti di noi vedevano questo referendum come un trampolino di lancio mondiale per la nostra lotta contro le armi.
C'e' molta delusione, c'e' tristezza.

Ma questo tentativo non e' stato vano, questa sconfitta non ci ha messo a terra.
Il Brasile ci ha fatto capire che il sogno di un mondo senza armi (o perlomeno dove le armi subiscano un serio controllo) non e' mera utopia, non e' irraggiungibile. Il Brasile e il movimento di opinione mondiale suscitato da questo referendum ci insegnano che c'e' speranza. Il nostro sogno non e' quindi
spezzato, non va riposto nel cassetto piu' profondo. Possiamo, bobbiamo continuare a lavorare per il disarmo, per un mondo dove siano le parole del dialogo a dirimere i conflitti, e non le armi.
Nonostante la sconfitta ho ricevuto molta energia e di conseguenza anche la mia voglia di sostenere la campagna Control Arms e le iniziative della Rete italiana per il disarmo. Il Brasile ci ha scossi, un grazie sincero a tutti i brasiliani e le brasiliane che hanno dato questa enorme prova di democrazia.

di Massimiliano Pilati

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