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Referendum commercio armi

Maggioranza è contro a tre giorni dalla consultazione

Fonte: ANSA - 20 ottobre 2005


A tre giorni dal referendum sul libero commercio delle armi da fuoco in Brasile, sembra delinearsi una chiara vittoria del fronte del ''no'', di quelli cioe' contrari alla proibizione.
Secondo un sondaggio compiuto dall'istituto Toledo e Associados, quando si e' chiusa ieri la campagna referendaria, emerge una netta preponderanza nel ''no'', con il 52,8 per cento contro il 33 per cento di favorevoli alla proibizione. Il sondaggio ha rilevato anche una netta differenziazione a livello sociale: tra
le classi piu' abbienti, domina nettamente (70 per cento) la posizione favorevole al commercio delle armi da fuoco, mentre nei ceti piu' sfavoriti e' piu' netta (54 per cento) la tendenza alla proibizione. In ogni caso, il 57 per cento dei duemila intervistati non ritiene che la proibizione del commercio delle
armi personali diminuirebbe la criminalita', mentre il 68 per cento e' convinto che si ridurrebbe la violenza domestica.
Una settimana fa, dieci premi Nobel della Pace, tra i quali Desmond Tutu, Amnesty International e Shirin Ebadi avevano lanciato un appello a favore del fronte del ''si''', perche' il Brasile desse l'esempio con la proibizione, ma sembra che la dichiarazione abbia avuto uno scarso peso sull'opinione pubblica. Con la bassissima fiducia dei brasiliani nella polizia e nelle istituzioni in generale, molti che non posseggono
un'arma oggi affermano che si sentirebbero ''indifesi'' alla semplice idea di non poter comprare un'arma.
Specialmente nelle classi meno istruite, la formulazione stessa della domanda (''Il commercio delle armi da fuoco e munizioni deve essere proibito in Brasile?'') crea abbastanza confusione, ha rivelato il sondaggio: molti hanno votato ''si''' nella simulazione, come se si trattasse di pronunciare il ''si''' a favore delle armi.

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