ControllArmi

ControllArmi

RSS logo

Fremm, la Francia molla gli ormeggi L'Italia resta a terra

Slitta ancora la firma prevista per oggi ma il governo di Chirac non vuole aspettare Roma che cerca di recuperare fondi. Sindacati da Letta
F. Capozzi e S. Di Rienzo
Fonte: Finanza & Mercati - 14 ottobre 2005


La Francia si imbarca nell'operazione Fremm senza l'Italia. Secondo indiscrezioni, il governo di Chirac avrebbe intenzione di avviare subito la costruzione delle fregate multimissione senza dare altro tempo all'Italia che è ancora alle prese con il reperimento di fondi per il programma italofrancese. La firma per il progetto del valore di 11 miliardi per 27 navi da guerra, inizialmente prevista per il 4 ottobre, è slittata anche in occasione del vertice dei ministri della Difesa in programma tra ieri e oggi. L'Italia ha solo la forza di ribadire il suo impegno politico per partecipare all'accordo bilaterale ma, a questo punto, il rinvio della sigla dell'accordo (di cui i ministri della Difesa Michèle Alliot-Marie e Antonio Martino hanno iniziato a parlare nel giugno del 2003) è sine die. Pertanto al governo francese,
messo peraltro sotto pressione da Den e Thales, non resta che fidarsi delle rassicurazioni di Palazzo Chigi o, in alternativa, avviare da solo il programma in attesa che l'Italia stanzi i fondi (4 miliardi in dieci anni di cui circa 400 milioni nel 2006). Secondo alcune indiscrezioni, la partecipazione italiana potrebbe peraltro slittare alla metà di novembre; per quella data il governo Berlusconi spera di racimolare, con un maxi-emendamento alla finanziaria, il denaro necessario al progetto che coinvolge Finmeccanica e Fincantieri. Ma non è escluso che proprio l'Ipo di quest'ultima, prevista nei primi mesi del 2006, possa portare il denaro contante necessario per il progetto. Ma finora si tratta solo di una delle ipotesi al vaglio del governo che non vuole farsi sfuggire la grande opportunità di business offerta da questo progetto. C'è anche da considerare che l'eventuale quotazione di Fincantieri non sa rebbe un'operazione che potrebbe essere chiusa nel giro di poche settimane. Un'altra ipotesi prevede il coinvolgimento delle banche ma anche su questo fronte gli ostacoli non mancherebbero. Del resto l'affare Fremm è strategico: se l'accordo bilaterale dovesse tramontare, per l'Italia sfumerebbero circa 4 miliardi di commesse di cui ben 1,6 miliardi solo per il gruppo di Pier Francesco Guarguaglini. Inoltre sono in ballo una serie di altri ordini a favore delle aziende Otomelara, Mbda, Elettronica e Wass, nonché la commessa da 270 milioni per i propulsori della Avio.
Intanto i sindacati sono sul piede di guerra. Tanto che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, ha convocato per il 26 ottobre una riunione proprio per fare il punto sulle risorse da destinare alla realizzazione del programma italo-francese.

.