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La fregata sarà messa in acqua venerdì. Insieme alla gemella, sostituirà i vecchi modelli

Il varo dell'Andrea Doria: «E' la nuova Marina»

La fregata è lunga 142 metri e ampia come, un campo e mezzo, di calcio
Profilo aggressivo, porta il nome di altre imbarcazioni che hanno fatto la storia
Marco Nese
Fonte: Corriere della Sera - 10 ottobre 2005


Ha un bel profilo aggressivo. Con un disegno di radar e antenne completamente nuovo rispetto ai vecchi modelli. Ma non è la sola sorpresa della fregata Andrea Doria. Venerdì prossimo, quando verrà messa in acqua stravolgerà le antiche tecniche di varo.
Non affronterà più le onde secondo le regole dello scivolo. Verrà fuori dai cantieri di Riva Trigoso, un borgo marinaro in provincia di Genova, avanzando su un mastodontico carrello che la farà slittare su un'enorme chiatta di 160 metri. E li, su quella colossale piattaforma, lo scafo riceverà il battesimo del Tirreno.
L'ultimo varo tradizionale risale a giugno dell'anno scorso quando scese in acqua la portaerei Cavour. «Adesso spiega l'amministratore delegato della Fincantieri Giuseppe Bono -, lo scivolo va in disuso perché sono state rivoluzionate le tecniche di costruzione. Lo scafo cresceva su un piano inclinato, costituito da enormi pali di legno. Era già pronto a scivolare in acqua. Invece ora la nave viene costruita a pezzi. Poi i tecnici montano insieme i tronconi».
La Andrea Doria fa parte del programma Orizzonte che inaugura il rinnovamento progressivo di tutta la squadra navale della Marina. Nel volgere di un paio d'anni sarà pronta una gemella della Doria, la Caio Duilio. Andranno a rimpiazzare le vecchie unità della classe Audace, che vanno per mare da una trentina d'anni e sono ormai alla fine del loro ciclo vitale.
Con i suoi 142 metri di lunghezza, la Doria è ampia come un campo e mezzo di calcio. Per far avanzare la stazza di ben 6 mila tonnellate sfrutterà la potenza di due turbine a gas e due motori diesel. Viaggerà a una velocità massima di 29 nodi, corrispondenti a 53 chilometri orari. E' equipaggiata con un armamento di tutto rispetto, che contempla cannoni da 25 millimetri, un lanciatore verticale per 48 missili antiaerei, due tubi per il lancio di siluri e un elicottero sul ponte di volo pronto a entrare in azione contro una nave o nella caccia al sommergibili.
Inizialmente il nome Andrea Doria doveva spiccare sulla fiancata dalla nuova portaerei. Si era invece previsto di intitolare la fregata che scenderà in mare venerdì a una gloria della Marina, l'ammiraglio Carlo Bergamini. Poi invece la portaerei è stata ribattezzata Conte dì Cavour. «Una scelta logica dice il capo di stato maggiore della Marina, Sergio Biraghi, -. Avevamo una portaerei dedicata a Garibaldi. Le affianchiamo la Cavour. Le grandi navi ricorderanno i padri della patria, le fregate i grandi ammiragli storici e le navi più piccole gli eroi nazionali». Il campo d'azione della Andrea Doria sarà soprattutto il Mediterraneo, dove verrà impiegata in operazioni antiterrorismo, a cominciare dal controllo delle imbarcazioni in transito. Non è la prima unità a portare il nome del grande ammiraglio genovese. La prima fu una corazzata costruita nel 1891. Ne seguì un'altra varata nel 1913, che poi subì profonde modifiche ed ebbe un ruolo nel secondo conflitto mondiale. Di nuovo la Marina assegnò il nome di Andrea Doria a una sua unità quando, nel 1963, scese in mare la portaelicotteri che, nel 1970, si copri di gloria nel Sudest asiatico, nel soccorso ai vietnamiti che affrontavano l'oceano coi boat people.
Il pensiero va anche a un'altra nave chiamata Andrea Doria, appartenente però alla flotta passeggeri. Non ebbe una bella sorte. Nel 1956 affondò a largo delle coste della Nuova Inghilterra. Per aiutare i naufraghi accorsero sei navi, protagoniste del più grande salvataggio della storia.

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