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Brasile: armi, dibattito di fuoco sul referendum

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Fonte: Unimondo - 04 ottobre 2005


A meno di tre settimane dal referendum sulle vendita al dettaglio delle armi, in Brasile inizia a farsi sentire la campagna per il "Si" promossa dalle organizzazioni di base. Lo scorso 1 ottobre diverse iniziative hanno avuto luogo in vari stati brasiliani a sostengo del si nel referendum del 23 ottobre. L'idea comune a tutte le iniziative e' di offrire il massimo di informazioni a tutta la popolazione, chiarendo tutti i dubbi che possono sussistere tra i cittadini. A sostegno della campagna è stato inaugurato il "telefono per il si'". Il numero telefonico 031 31 8801-0707 e' a disposizione per fornire informazioni e chiarire dubbi a tutti coloro che desiderino unirsi alla campagna per il disarmo e sostenere il si' al referendum Il servizio si avvale anche della partecipazione volontaria di artisti e atleti famosi che hanno gentilmente offerto la loro voce per la registrazione di un messaggio per il si'.

I personaggi dello sport e dello spettacolo daranno il loro messaggio anche negli spot elettorali gratuiti sui mass-media radiotelevisivi che viene messo a disposizione per legge a tutte e due le tendenze di voto. L'aspetto piu' interessante e' tuttavia costituito dal fatto che si possono finalmente dare una serie di dati e spiegazioni che sono necessari perche' tutti gli elettori abbiano i dati necessari per farsi un'opinione sulla reale utilita' del voto nel referendum.

Il Brasile e' il paese nel mondo con il maggior numero di persone uccise da armi da fuoco; nel 2003 ci sono stati 108 morti al giorno, in un anno quasi 40.000. Le armi da fuoco sono la prima causa di morte dei giovani in Brasile. Uccidono piu' che gli incidenti d'auto, l'aids o qualunque altra malattia o causa esterna (Datasus, 2003). Si stima che il numero totale di armi da fuoco in circolazione in Brasile sia di 17,5 milioni (Iser - Small Arms Survey, 2005) e solo il 10% di queste appartiene allo Stato (forze armate e polizia), il resto, cioe' il 90%, e' in mano a privati. I padri tengono armi in casa per difendere le proprie famiglie, ma i loro bambini finiscono per trovarle e provocare con esse tragici incidenti. In Brasile ogni giorno due bambini (nella fascia d'eta' tra 0 e 14 anni) restano feriti da colpi d'arma da fuoco accidentali (Datasus, 2002).

A questo si aggiunge il fatto che le armi acquistate legalmente rischiano di cadere nelle mani sbagliate a seguito di furto, smarrimento o nuova vendita. Nel solo stato di San Paolo, secondo la Segreteria della Sicurezza Pubblica, tra il 1993 e il 2000 sono state rubate o perse 100.146 armi (14.306 all'anno). Ovvero: i criminali non comprano le armi al negozio dell'armaiolo, ma sono le armi comprate al negozio che vanno poi a finire nelle mani dei criminali. Ecco quindi che una legge sul controllo delle armi aiuterebbe a diminuire i rischi per tutti. In Australia a cinque anni dall'introduzione di una legge che ha praticamente proibito la vendita delle armi da fuoco, il tasso degli omicidi da armi da fuoco e' caduto del 50%. In Brasile, confrontando i primi sette mesi del 2004 con i primi sette mesi in cui e' entrata in vigore la Campagna di disarmo - dall'agosto 2004 al febbraio 2005 -, uno studio del Ministero della Salute dimostra che l'indice di riduzione dei ricoveri ospedalieri per lesioni da armi da fuoco a Rio de Janeiro e' stato del 10,5% e a San Paolo del 7%.

"L'esito del referendum non e' scontato" commenta Peppe Sini del Centro di ricerca della pace di Viterbo che sta animando il dibattito sul referendum. "Leggendo l'ignobile e subdola - ma astuta, ma adescante - propaganda dei mercanti d'armi, e ricordando anche l'esito di quel referendum sul porto d'armi che ci fu in Italia nel 1981, io penso che ogni sforzo debba essere fatto per sostenere le nostre sorelle ed i nostri fratelli che in Brasile stanno lottando per difendere anche il nostro diritto alla vita, che si stanno battendo affinche' il 23 ottobre vinca il si' al disarmo" scrive Sini facendo tre proposte di adesione. La prima proposta è quella di far crescere l'attenzione in tutto il mondo scrivendo a conoscenti e organi d'informazione. A questo si aggiunge la seconda proposta di informare amici e conoscenti in Brasile chiedendogli di impegnarsi con le realtà che sono attive nella campagna per il 'si' a cui si può dimostrare solidarietà attraverso una liste email. Come ultima proposta, Pepe Sini rilancia il sostegno finanziario della campagna per il 'si' per poter fare manifesti, volantini, opuscoli, trasmissioni radio e televisive. A questo si aggiunge la possibilità per gli enti locali di fare una mozione di adesione alla campagna per il referendum in Brasile e rilanciare attraverso una lista email la propria solidarietà ai promotori della campagna. [AT]

Note:
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