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Liberare il mondo dal pericolo delle armi

Un intervento di riflessione a seguito dell'appuntamento con il Referendum Brasiliano
Fabio Affinito
Fonte: Amnesty International - 28 settembre 2005


Il 23 ottobre 2005 i cittadini brasiliani saranno chiamati a decidere tramite un referendum se vietare la vendita di armi da fuoco ai civili. Si tratta di un evento importantissimo in quanto e' la prima volta che nel mondo un tema quale il possesso delle armi diventa oggetto di una consultazione popolare.
Oltre a detenere il primato di essere il primo paese a porre tale questione alla cittadinanza, un altro piu' triste record spetta al Brasile: si tratta della nazione al mondo con il piu' alto numero di morti per armi da fuoco. Ogni anno nello stato sudamericano si registrano circa 39.000 morti per ferite da armi da fuoco, il che equivale a dire che muore una persona ogni quindici minuti. La maggior parte delle vittime sono i giovani, ragazzi tra i 15 e i 24 anni, fascia nella quale le armi da fuoco sono la principale causa di morte (fonte: Ministero della Sanita' brasiliano e Onu). Non va trascurato che in questo massacro una parte e' giocata anche dall'Italia, dal momento che al secondo posto fra le armi sequestrate dalla polizia brasiliana figurano le Beretta di produzione italiana.
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Si arriva a questo referendum dopo una lunga ed efficace campagna di coinvolgimento della popolazione. Un primo obiettivo era stato raggiunto nel dicembre del 2003 con l'approvazione dello Statuto sul disarmo che gia' conteneva norme importanti circa la vendita di armi e che consentiva la diminuzione del numero di pistole in circolazione. I sondaggi di opinione prevedono attualmente un
appoggio popolare al referendum tra il 60 e l'80%. Tuttavia la potente lobby armiera brasiliana, con l'appoggio della Nra statunitense ha annunciato che fara' la sua parte nella campagna per il no al referendum stanziando la cifra di un milione di dollari.
Un si' a questo referendum sarebbe un'importantissima pietra miliare, non solo per il popolo brasiliano, ma a livello globale nella lotta a un mercato di armi privo di controllo. Dopo due anni di campagna "Control Arms", promossa da Amnesty International, Iansa e Oxfam, e a pochi mesi dalla conferenza Onu sul commercio e i trasferimenti di armi, una vittoria in questo referendum sarebbe un segnale forte del bisogno dei cittadini di poter vivere in strade, scuole, spazi pubblici ripuliti dal pericolo delle armi.

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