È in fase di progettazione ii nuovo caccia da attacco della Lockheed Martin. Alenia è in prima fila
Passaporto italiano per l'F35 Jsf
Venti aziende nazionali coinvolte nel progetto internazionale
Antonio Ciampi
Fonte: Italia Oggi - 06 agosto 2005
"Oggi nessuna nazione è in « grado di sviluppare da sola progetti così complessi, peraltro l'esigenza di un nuovo velivolo da attacco è sempre più sentita e nove paesi dell'Occidente hanno deciso di mettere insieme le proprie risorse per sviluppare una nuova macchina destinata a sostituire molti degli aerei oggi in servizio, nelle varie configurazioni a decollo corto, imbarcati su portaerei o con base a terra e per realizzare significative economie di scala con un gran numero di macchine". Lo dice Dennys S. Plessas, vicepresidente business development initiatives Emea (Europe, Middle East e Africa) di Lockheed Martin corp, in un'intervista esclusiva rilasciata a ItaliaOggi, parlando del programma F-35 Joint strike fighter, che vede coinvolte, oltre agli Usa, altre 8 nazioni: Regno Unito, Italia, Olanda, Turchia, Canada, Danimarca, Norvegia e Australia (mentre Singapore e Israele hanno il ruolo di Security cooperation participants) e che prevede la costruzione di almeno 4.500 esemplari del nuovo velivolo d'attacco 'anche se si tratta di un numero molto conservativo», precisa Plessas. Egli aggiunge che «non si può fare ancora una ripartizione per singolo paese fino a quando il contratto è in fase di sviluppo. L'imminente memorandum of understanding per la produzione e il mantenimento determinerà i tempi di consegna e il numero di aerei per ogni singolo paese».
Il valore dell'attuale contratto Sdd (System development & demonstration) è di 19 miliardi di dollari e quello stimato di tutto il programma per l'intera sua durata è di 250 miliardi di dollari.
Si tratta, per l'industria aerospaziale italiana, di una partecipazione molto significativa (coinvolta in prima battuta è Alenia aeronautica, gruppo Finmeccanica e Avio, ma anche gran parte delle aziende italiane del settore stanno cooperando al progetto o sono interessate a parteciparvi). «La formula del programma è innovativa», spiega Plessas, »e basata sul concetto di best value. Per questo non è garantito che il carico di lavoro destinato alle diverse industrie delle nazioni coinvolte nel programma sia basato sul numero dei velivoli acquistati. Il ritorno industriale e finanziario sarà commisurato al reale valore della partecipazione in termini di tecnologia».
Il Jsf dovrebbe fare il primo volo a settembre 2006 ed entro la fine dello stesso anno dovrebbe esserci a livello intergovernativo l'accordo per l'avvio della produzione di serie e per le quantità di esemplari acquistati dalla nazioni partecipanti al programma. Destituite di fondamento le voci di una sovrapposizione del programma Jsf con quello dell'Eurofighter, in cui Alenia aeronautica e l'industria aerospaziale italiana hanno un ruolo rilevante. Per il capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare, il generale Leonardo Tricarico, "Eurofighter e Jsf nascono con requisiti e ruoli sostanzialmente diversi, complementari, ma non alternativi. Per la forza armata entrambi i programmi sono prioritari e irrinunciabili. Inoltre, a fronte di un ritorno minimo garantito, derivante dagli accordi bilaterali (320 milioni di dollari), sono stati firmati contratti e consolidati impegni per una cifra totale ben superiore al doppio di quanto inizialmente previsto".
Il senato italiano ha dato il via libera, il 16 maggio 2002, alla partecipazione italiana alla fase di sviluppo del programma. L'Italia occupa una posizione rilevante: per valore dell'impegno economico (1,19 miliardi di euro, cioè 1,028 miliardi di dollari ai valori del 2002, da ripartirsi in 11 esercizi a partire dal 2002 e fino al 2012, assorbiti per l'80% dal velivolo e per il 20% dal motore) è il secondo partner internazionale dopo il Regno Unito (circa 2,8 miliardi di dollari; e contribuirà per il 4% circa alla seconda fase del programma, ossia lo sviluppo, che ha un costo totale di 26 miliardi di dollari e
prevede la realizzazione di 22 prototipi. Sarà questa fase, che inizierà dopo ii 2012, la più promettente dal punto di vista economico, perché comincerà la costruzione degli aerei previsti per Usa e Regno Unito. Il ritorno industriale per l'Italia (ossia il fatturato totale atteso per la ventina di aziende nazionali coinvolte) dalla sola fase di sviluppo sarebbe complessivamente pari a circa 650 milioni di euro in dieci anni, in pratica il 65% dell'investimento. Da esso dovrebbe derivare l'acquisto di 80-100 velivoli destinati a sostituire, fra il 2015 e il 2020, gli Ann e una parte dei Tornado dell'Aeronautica militare, più gli AV8B Plus, gli Harrier a decollo verticale, della Marina militare.
Capifila per l'Italia nel progetto del Jsf sono Aleaia aeronautica, gruppo Finmeccanica, e Avio (parte motoristica) e Galileo avionica. Alenia aeronautica sarà leader delle 18 aziende italiane attive nella parte velivolistica del progetto, Galileo avioaiim ed Elsag. Aleaia aeronautica, in particolare, realizzeranno il cassone alare del 100% dei Jsfdestinati alle Forze armate italiane e del 50% di quelli destinati alle forze armate degli Stati uniti e del Regno Unito, con l'opzione per estendere questo tipo di lavoro agli aerei ordinati da clienti terzi. In una fase successiva Alenia aeronautica potrà allestire una linea di assemblaggio finale per gli aerei destinati all'Italia, rivestendo un ruolo primario se l'Italia deciderà di dotarsi di un centro di sviluppo logistico. Galileo avioniea ha identificato con il team Lockheed Martin che guida il programma Jsf, le aree della propria partecipazione nel settore avionico. Elsag metterà a disposizione la sua consolidata esperienza nei sistemi informativi a supporto dello sviluppo prodotto e per la logistica.