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Scajola: interessati a Thales. Portafoglio ordini a quota 13-15 miliardi

Finmeccanica, asse con la Francia

Dall'alleanza nascerà un polo europeo nell'elettronica per la difesa.
Entro fine anno si decide sulla separazione delle attività civili
S. Riz.
Fonte: Corriere della Sera - 14 giugno 2005


L'ipotesi di un accordo nell'elettronica della difesa fra la Finmeccanica e la francese Thales trova adesso una conferma di fonte governativa. E' stato Claudio Scajola a dichiarare ieri, al salone aerospaziale parigino di Le Bourget, l'eventuale interesse italiano per la quota del 5,7% in Thales posseduta da Dassault, che ha espresso l'intenzione di cederla.
Ma al di là dei destini del pacchetto di Dassault, la dichiarazione del ministro delle Attività produttive assegna una patente dì ufficialità a un progetto di cuì finora erano trapelate solo indiscrezioni. «Abbiamo alcuni contatti con Thales, che si sta preparando a possibili cambiamenti nell'assetto azionario», ha commentato laconicamente ieri anche il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini.
L'ipotesi su cui Finmeccanica e Thales stanno lavorando, tuttavia, comincia a prendere corpo. Il tema è quello di un'alleanza con il conferimento delle reciproche attività nell'elettronica della difesa in una nuova società che dovrebbe essere sotto il controllo paritetico italo-francese (esiste già l'esempio della St Microelectronics, uno dei principali produttori di semiconduttori), e probabilmente quotata in Borsa.
Risultato di questa aggregazione sarebbe il numero uno ai mondo in quel settore. Anche se le trattative si presentano piuttosto laboriose per l'evidente complessità tecnica (e non solo) dell'affare. Come dimostra, del resto, l'esito della vicenda Eurosystem. Per due anni la Finmeccanica aveva discusso un accordo strategico a tutto campo nell'elettronica della difesa con la britannica Bae Systems. Ma il progetto di alleanza, che non a caso era fortemente osteggiato da Thales, si è alla fine trasformato per il gruppo guidato da Guarguaglini in una semplice acquisizione di attività. E questa è semplicemente la premessa delle difficoltà che pure un accordo con i francesi potrebbe presentare.
Senza considerare i problemi dl natura finanziaria. Guarguaglini ha spiegato che la Finmeccanica prevede nei prossimi tre anni una crescita degli ordini dagli attuali 10 a 13-15 miliardi di curo, piu che triplicando (da 1,6 a 5,2 miliardi) le commesse statunitensi. Tuttavia a questo proposito è bene ricordare anche gli impegni assunti recentemente, come quello (1,5 miliardi dl euro) per entrare in possesso del 100% di Agusta-Westland. E pure gli impegni futuri, visto che il capo di Finmeccanica
non ha escluso di poter rilevare altre attività da Bae Systems come di procedere ad acquisizioni mirate, magari negli Usa. Ci sono poi i nodi politici che un accordo del genere porta sempre con sé. Ieri il presidente francese Jacques Chirax ha detto a Guarguaglini che la Francia ha «un'eccellente cooperazione con l'Italia». Frase che è sembrata spianare la strada a un'eventuale intesa. Ma fra meno di un anno in Italia si vota, e non è escluso che lo scenario possa essere un po' diverso.
Con ogni probabilità i vertici della Finmeccanica non saranno invece cambiati. Anche il mandato di Guarguaglini sarebbe scaduto, come il governo in carica, il prossimo anno. Se però il consiglio non fosse decaduto per le dimissioni dì alcuni consiglieri. A luglio si dovrà così rinnovare integralmente e Guarguaglini avrà un nuovo mandato triennale, con scadenza nel 2008. Chi fa bene non ha mai nulla da temere- commentato ieri Scajola. Mentre Guarguaglini ha liquidato la faccenda con apparente indifferenza. «Se pensano che servo, resto, sennò vado a casa». Avrà comunque tutto il tempo per risolvere la pratica delle attività civili della Finmeccanica, il cui destino, ha annunciato Scajola, sarà comunque deciso «entro l'anno».

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