INDUSTRIA & GOVERNO Per energia e trasporti (in gran parte ubicati nella regione del ministro) soci di minoranza
Berlusconi bis, Finmeccanica 3
Di Finmeccanica 2 (vendita del civile) non si parla più. Ora c'è un'ipotesi filo-ligure. È l'effetto Scajola
Giovanni Paci
Fonte: Corriere Economia - 23 maggio 2005
Il piano industriale è pronto in ogni dettaglio, alleanze incluse, segna un cambio di rotta netto e dovrebbe essere presentato stamane al ministro delle Attività produttive Claudio Scajola. Secondo quanto risulta a Corriere Economia, infatti, Finmeccanica non avrebbe più intenzione di vendere le attività civili nell'energia (Ansaldo Energia) e noi trasporti (Ansaldo Breda, Ansaldo Signal e Ansaldo trasporti sistemi ferroviari), al punto da avere trattative in corso con possibili partner di minoranza nelle singole attività. Inoltre, il gruppo guidato da Pier Francesco Guarguaglini vuole dar vita a un polo nazionale specializzato nel decommissioning delle centrali nucleari.
Dopo anni passati a spiegare la necessità di dismettire il «civile» per concentrarsi su aerospazio, difesa e sicurezza e nonostante l'esistenza di un'offerta della tedesca Siemens, delle avance della francese Aistom e del progetto Finmeccanica2 (cessione delle attività a Fintecna, la holding del Tesoro). Guarguaglini avrebbe dunque cambiato idea.
«Abbiamo programmi per valorizzare queste attività e li perseguiremo», ha detto il presidente di Finmeccanica. Un dietrofront che viene spiegato con la concomitanza di due fattori, uno industriale, l'altro politico. A livello industriale, dopo aver chiuso negli ultimi mesi i capitoli relativi all'alleanza con la francese Alcatel di Serge Tchuruk nello Spazio e all'acquisizione delle attività di BaeSystems nell'elettronica per la difesa, la squadra di vertice di Finmeccanica si è potuta dedicare appieno all'analisi di criticità e prospettive di energia e trasporti. «Abbiamo le idee chiare su tutto: costi, redditività, prodotti e alleanze, ma ci devono dire se possiamo andare avanti», dice il direttore generale Giorgio Zappa.
La palla passa dunque al governo: e l'arrivo del ligure Claudio Scajola - sempre attento a quanto accade nel giardino di casa - unito al fatto che in Liguria siano concentrate tutte le attività dell'energia e alcune dei trasporti, dovrebbe garantire un appoggio pieno alle richieste di Guarguaglini. In particolare Finmeccanica chiederebbe al governo di incentivare, facendosene garante, la creazione di una sorta di «Sistema Italia» per energia e trasporti. In altre parole, che aziende come Trenitalia, Eni ed Enel, ma anche le municipalizzate diano, a parità di condizioni, la preferenza ai prodotti italiani: treni e metropolitane AnsaldoBreda e turbine Ansaldo Energia. Tra le richieste potrebbe figurare anche la disponibilità di gruppi come Enel o Eni a entrare nell'azionariato di Ansaldo Energia. In caso di risposta affermativa, il piano prevede la creazione partnership e joint-venture sotto l'ombrello Finmeccanica; al contrario il gruppo chiederebbe il via libera per vendere i due settori, e il progetto Finmeccanica2, con il passaggio delle aziende a Fintecna, prenderebbe nuovamente quota.
L'intenzione governativa di mantenere in Italia le attività industriali di Ansaldo sembra infatti confermata. In questa direzione va anche l'offerta presentata da una cordata guidata da Finmeccanica e Fincantieri per riacquistare dall'americana Robicon oggi in crisi la Asirobicon, ex Ansaldo Sistemi Industriali, attiva nell'energia. Ma cosa prevede il piano Finmeccanica? Per il gioiellino Ansaldo signal, leader nel segnalamento, automazione e sistemi di controllo ferroviari, sono in corso trattative per una joint-venture (a maggioranza italiana) con Alcatel. Oltretutto, il know-how di Ansaldo Signal ha applicazioni possibili sia nel settore sicurezza (che è core per Finmeccanica), sia nei servizi legati al sistema salellilare Galileo, e Alcatel e Finmeccanica hanno appena fuso in due joint-venture le rispettive attività spaziali.
Più problematica la situazione di AnsaldoBreda (treni e metropolitane): più che ai big del settore -Siemens, Alstom e Bombardier - che la fagociterebbero, si guarda ad aziende di dimensioni medie con cui formare un gruppo europeo. Contatti sarebbero in corso con la basca Construcciones y auxiliar de ferrocarriles (Caf), che fattura 578 milioni, è in Borsa a Madrid e sta fornendo i treni per la nuova metropolitana di Roma (mentre AnsaldoBreda ha vinto la gara per il metrò di Madrid). A chiudere il settore c'è Ansaldo trasporti sistemi ferroviari, società di ingegneria che opera come general contractor e che non presenterebbe criticità. Per Ansaldo energia, che ha in scadenza l'accordo di licenza con Siemens per le turbine, si stanno valutando sia le opzioni in tema di partner tecnologici (General electric, Alstom o la giapponese Mitsubishi), sia le possibilità di partnership azionaria con gruppi italiani del settore energetico.
Intanto però, c'è il progetto di scorporare da Ansaldo Energia un residuo nucleo di ingegneri e tecnici nucleari per creare una società, primo nucleo di un polo italiano specializzato nella dismissione di centrali nucleari. Tra i possibili partner Sogin, Enea e li gruppo Enel. Anche quello del nucleare, però, è un progetto che difficilmente potrà decollare senza l'appoggio pieno di Scajola e di Palazzo Chigi.