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INDUSTRIA DELLA DIFESA Anche tedeschi, greci, indiani e arabi sono interessati alle fregate

Nuovi partner per Fremm

Entro fine mese la definizione da parte di Italia e Francia del maxicontratto da 11 miliardi di euro
Bruno Dardani
Fonte: Il Sole 24 Ore - 22 maggio 2005


Entro fine mese la definizione congiunta italo-francese del maxiconhratto e la sua stesura definitiva; entro settembre la firma per disporre delle prime due (una in Francia e una in Italia) fregate Rinascimento - sino ad oggi meglio conosciute come Fremm - entro la fine del 2009. Tutto questo mentre all'orizzonte si profilano nuovi soggetti forti, europei ed extra-Ue, direttamente interessati all'operazione che si è posta all'avanguardia mondiale nel settore difesa.
Ormai i tempi per la definizione del più grande progetto europeo di collaborazione industriale nel campo della difesa, progetto che prevede la costruzione di 27 fregate missilistiche per un valore complessivo quantificato, proprio in queste ore, in circa 11 miliardi di curo, sono diventati a tal punto senati da rendere urgente e non più rinviabile anche l'ultima scelta ancora in ballo: quella dell'apparato propulsore per la cui fornitura continuano a restare in corsa, con pronostici tutt'oggi altalenanti, General electric con Avio, da un lato, e Rolls Royce, dall'altro.
Mentre gli ultimi orientamenti della Marina francese, che dovrà assumere la decisione in sintonia con quella italiana, sembrano far pendere la bilancia verso un'opzione di progetto interamente europea, favorendo quindi Rolls, più elastica sarebbe ancora la posizione italiana condizionata anche dalle considerazioni sul futuro di Avio e quindi sul contenuto industriale-occupazionale della commessa.
Gli equilibri sono indubbiamente delicatissimi: negli ultimi giorni la Marina francese, che inizialmente si era orientata verso la costruzione di 17 navi gemelle, meno costose (circa 330 milioni contro i 400 delle italiane) rispetto a quelle progettate dalla nostra Marina militare e caratterizzate da maggiore flessibilità operativa, sembra aver virato bruscamente di rotta: quasi sicuramente almeno metà delle fregate che verranno realizzate da Den avranno caratteristiche e quindi anche costo analogo a quelle
italiane.
E questa scelta potrebbe anche rappresentare un tentativo di arginare una concorrenza su mercati terzi che per ora vedrebbe - secondo gli esperti favorita l'industria italiana, che, sulle Fremm made in Italy fornirà circa il 90% dei materiali e della componentistica (come noto il contratto sarà firmato con il Consorzio Orizzonte, guidato da Fincantieri con una partecipazione quasi paritetica di Finmeccanica), ma che sarà presente con una quota del 4-5% anche sulle navi francesi.
In questi giorni si sarebbe allargato il club dei pretendenti interessati, una volta siglato il contratto, a partecipare in forme e modalità, al progetto.
Tre Paesi europei (fra cui spicca la Germania e forse la Grecia), ma anche tre Paesi non comunitari (fra cui gli Emirati arabi uniti e probabilmente l'india, Paese che ha affidato a Fincantieri la progettazione della motorizzazione della nuova portaerei), hanno manifestato un preciso interesse per le Fremm, considerate ad oggi le navi tecnologicamente più avanzate sul mercato della difesa ma anche quelle caratterizzate dal prezzo più conveniente (inferiore di circa il 30% rispetto a qualsiasi unità di questo tipo che venisse progettata da un singolo Paese).
Particolarmente importante, per gli equilibri dell'industria europea della difesa potrebbe risultare l'interessamento di Bonn, la cui Marina è impegnata in altri progetti.
Per quanto riguarda il finanziamento, la recente introduzione della previsione di spesa nel decreto sulla competitività, garantisce la copertura dell'operazione per i primi cinque anni, di fatto sino alla consegna della prima fregata Rinascimento nel 2009. In seguito, le modalità di ulteriore copertura potranno prevedere o un finanziamento ad hoc da inserire nella Finanziaria dello Statoo un'eventuale ampliamento degli stanziamenti nel bilancio per la Difesa.
Un'ultima considerazione relativa al valore strategico-commerciale del progetto Fremm: la Marina militare è impegnata con forza nella costruzione dell'intesa fra Marine mediterranee e quindi di un network comune, con base operativa a Roma, delle principali Marine del Mediterraneo, in funzione security, controllo del traffico marittimo nell'area e lotta al terrorismo. E proprio in questa chiave anche il lancio del progetto Fremm potrebbe incontrare ulteriori attenzioni nell'area.

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