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Il provvedimento in Consiglio dei ministri. Entrerà nel decreto sulla competitività, i primi fondi stabiliti solo all'ultimo momento - Fino al 2008 paga il Tesoro, poi tocca alla Difesa Interviene Ciampi per sbloccare la situazione

Fregate, oggi via libera del governo

Mossa del Capo dello Stato all'ultimo Consiglio supremo di difesa. Le pressioni di Parigi. Ieri sciopero nello stabilimento Fincantieri
Luigi Leone
Fonte: Il Secolo XIX - 29 aprile 2005


Il finanziamento per l'avvio del progetto "Fremm", le nuove fregate destinate alla Marina Militare di Italia e Francia, entrerà nel maxi-emendamento al decreto sulla competitività. Andrà alla Camera martedì prossimo, blindato dal voto di fiducia chiesto dal governo. Il passaggio cruciale, però, è fissato per stamattina, in Consiglio dei Ministri, dove Giuseppe Vegas, uno dei vice di Domenico Siniscalco, titolare dell'Economia, illustrerà il dettaglio tecnico del provvedimento, mentre il titolare del dicastero chiederà il via libera e l'impegno a coprire la spesa negli anni successivi. Per sbloccare la situazione si è mosso anche il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel corso di una recente riunione del Consiglio Supremo di Difesa. A fare da sponda il Capo di Stato Maggiore della Marina, Sergio Biraghi, a lungo consigliere per la difesa del Qurinale. La circostanza è stata confermata ieri dallo stesso Ciampi al governatore ligure Claudio Burlando - sono stati insieme ministri durante il governo di Romano Prodi - nel corso di una telefonata.
In estrema sintesi, la procedura prevede uno stanziamento minimo, (l'importo sarà definito oggi) per il periodo dal 2005 al 2008, ma sufficiente per siglare i contratti entro la scadenza fissata del prossimo 15 maggio. Questa somma sarà a carico del Tesoro - e proprio le difficoltà di cassa dello Stato hanno portato sull'orlo del fallimento l'intera operazione mentre dal 2009 i finanziamenti entreranno nel bilancio della Difesa, al capitolo riguardante la Marina. Fra quattro anni, infatti, l'arma avrà ultimato di pagare l'ultimo sommergibile varato, la portaerei 'Cavour" e alle fregate 'Orizzonte" e avrà nuova liquidità. Sostanzialmente è il percorso indicato dal senatore spezzino Lorenzo Forcieri (Ds), che ha lavorato a stretto contatto sia con lo stesso Vegas sia con gli Stati Maggiori. Nell'ultimo periodo anche il titolare della Difesa, Antonio Martino, ha schiacciato l'acceleratore sul "dossier", percependo l'effettivo pericolo che potesse essere azzerato. »E' una formula - ha osservato Forcieri - in base alla quale tutti rinunciano a qualcosa, ma tutti partecipano a un progetto importante per il Paese».
La decisione che ora deve ricevere l'imprimatur del Consiglio dei Ministri - dove l'argomento non è all'ordine del giorno e verrà affrontato, come si dice, "fuori sacco" - è arrivata al termine di una giornata trascorsa sull'orlo di una crisi di nervi. Sul fronte della maggioranza, a presidiare la situazione per tutelare gli interessi liguri in ballo - le navi saranno costruite da Fincantieri negli impianti del Muggiano (La Spezia) e di Riva Trigoso (Genova) - è stato il senatore Luigi Grillo (Forza Italia). Intorno a mezzogiorno prevaleva un forte ottimismo, al punto che si parlava di un investimento iniziale annuo di 150 milioni. La cifra usciva da un vertice fra Vegas, il relatore del provvedimento sulla competitività Cosimo Izzo e il presidente della Commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini, oltre allo stesso Grillo.
Nel. pomeriggio, però, le cose si sono mprovvisamente complicatee in serata Vegas e Grillo si sono trasferiti a Palazzo Chigi per il summit decisivo, protrattosi fino a tarda ora. Intorno alle 20, tuttavia, è trapelata l'ennesima indiscrezione: lo stanziamento disponibile inizialmente sarà molto inferiore ai 100 milioni di euro, ma sarà previsto nel decreto per la competitività. E l'essenziale è questo, poiché l'impegno di spesa vincola l'Italia a rispettare l'accordo con la Francia sottoscritto lo scorso 26 ottobre a Le Bourget, durante il salone dei sistemi navali europei. Nell'immediato le esigenze finanziarie del progetto che per Roma ammontano in tutto a 4 miliardi e per Parigi a 5,3 - sono abbastanza limitate, e questo giustifica l'esiguità della cifra di partenza, però diverranno ben più consistenti con l'avvicinarsi del 2010, quando Fincantieri (ma nell'allestimento delle navi sono coinvolte anche aziende di Finmeccanica e molte piccole e medie imprese dell'indotto) dovrà consegnare le fregate. ((Ce la faremo» sono state le ultime parole pronunciate da Grillo prima di partecipare all'ultimo vertice.
Al di là del rischio di rimediare una pessima figura a livello internazionale - su Palazzo Chigi sono arrivate le pressioni dell'Ambasciata francese a Roma e dello stesso governo di Parigi - la vicenda riveste per la Liguria un'importanza cruciale sul piano occupazionale. Secondo i sindacati, sono almeno 5.000 i posti di lavoro a rischio nell'indotto se il progetto dovesse saltare. E lo stesso amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ieri a Genova per ricevere il premio "Protagonisti dello Sviluppo", annette grande rilievo alle "Fremm": »Con le commesse che abbiamo oggi, per noi le nuove fregate rappresentano il 50% dell'occupazione degli stabilimenti del Muggiano e Riva Trigoso. Senza le "Fremm" bisognerebbe compiere una riflessione strategica su tutta la parte militare dell'azienda, verificando come andare avanti». Proprio a Riva Trigoso i lavoratori del gruppo navalmeccanico hanno scioperato ieri per due ore, una per ogni tuino, a sostegno della vertenza. E oggi, con i loro colleghi spezzini, le organizzazioni sindacali e alcuni parlamentari saranno ricevuti in prefettura. Dove un collegamento "in diretta" permetterà di seguire i lavori del Consiglio dei Ministri e avere in tempo reale la decisione del governo.

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