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Ue-Asia Diplomazia degli affari

Parigi si schiera con Pechino su armi e Taiwan

La missione in Cina di Raffarin: venduti Airbus per 600 mln $
Mi.C.
Fonte: Il Sole 24 Ore - 22 aprile 2005


I rapporti tra Francia e Cina si fanno sempre più stretti, sia sul fronte diplomatico, sia su quello economico-finanziario. E questo, nonostante nelle ultime settimane, sia scoppiata una forte polemica in Francia sul fatto che l'import di prodotti tessili cinesi siano esplose a partire dall'inizio dell'anno. Parigi è attenta e nello stesso tempo sensibile all'evoluzione cinese: sia sulle questioni industriali e commerciali, sia su quelle più spinose che riguardano l'embargo sulla vendita di armi a Pechino, ma anche l'indipendenza di Taiwan. Per ciascun problema, Parigi trova una risposta gradita, nell'intento di diventare il partner Ue privilegiato.
Non a caso sul fronte politico il premier Jean-Pierre Raffarin, in Cina in questi giorni per una visita ufficiale di tre giorni, ha nuovamente offerto il pieno appoggio della Francia perché l'embargo sulle armi venga tolto al più presto. «La Francia - ha detto il premier in una conferenza stampa al termine del suo incontro con l'omologo cinese Wen Jiabao - ritiene superato e discriminatorio l'embargo». Una dichiarazione, quella di Raffarin, che si scontra però con la cautela di alcuni partner europei non del tutto convinti di questa apertura. Il premier francese non si è poi lasciao scappare l'occasione per intervenire su un altro dossier spinoso: quello dell'indipendenza di Taiwan. Sotto lo sguardo di Wen Jabao Raffarin ha ribadito che «la legge anti-secessione è compatibile con il principio di una Cina, due sistemi, difeso dalla Francia». Quanto basta per far capire a Pechino che non sarà certo Parigi a mettere i bastoni tra le ruote di un problema che deve essere gestito internamente.
La stessa apertura si è manifestata nel Caso del tessile. Raffarin ha smorzato i toni delle polemiche dicendo di avere visto una certa disponibilità della Cina a collaborare. Tanto più che poco prima il premier Wen Jiabao aveva annunciato che «nel corso del primo trimestre le esportazioni tessili della Cina verso l'Europa erano aumentate del 50% rispetto al precedente 70 per cento».
Dopo la visita di Stato del presidente Jacques Chirac lo scorso ottobre, che aveva portato con sé ben 52 "patron" di imprese e permesso alle industrie francesi di raccogliere un bottino di commesse per oltre 4 miliardi di euro, la missione del premier Jean-Pierre Raffarin promette di essere altrettanto fruttuosa. Non a caso al termine della prima delle tre giornate di "tour", Airbus (10 nuovi aerei per 600 milioni di dollari), Aistom, Areva ed Edf hanno siglato o finalizzato importanti contratti di lavoro. Il" gioco" della Francia è di lungo periodo: Parigi non può accettare di vedere dimezzato in 7 anni all' 1,3% la sua quota di mercato in Cina e di avere un saldo negativo negli scambi di circa 12 miliardi di euro.

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