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LA CINA VUOLE SUPERARE LA SUA ARRETRATEZZA TECNOLOGICA, NON SOLO NELL'ARMAMENTO

Pechino spinge. Dateci le armi

Hu Jintao chiama Chirac: via subito l'embargo
Francesco Sisci
Fonte: La Stampa - 03 aprile 2005

Per la Cina ormai sembra essere anche una questione di onore e prestigio internazionale, così ha ripreso l'offensiva per ottenere la cancellazione dell'embargo sulla vendita di armi impostole dopo la repressione del movimento di Tiananmen nel 1989.
Per la questione si sta impegnando personalmente lo stesso presidente Hu Jintao, che fino a qualche settimana fa era ceno dì ottenere qui uno dei suoi primi successi internazionali. I giornali cinesi riferiscono che ieri mattina Ru e il presidente francese Jacques Chirac hanno parlato al telefono e si sono detti entrambi d'accordo per cancellare al più presto l'embargo.
L'agenzia ufficiale Nuova Cina cita l'importanza dei due anni passati che sono stati all'insegna dello scambio di rapporti culturali tra Francia e Cina. Due anni in cui i due paesi hanno stretto profondi rapporti e avviato altre importanti iniziative culturali previste già per l'anno prossimo.
Tali rapporti per la Cina appaiono un'ancora importante di relazioni politiche. «L'Europa ha firmato un accordo dì partnership strategica con la Cina, simile a quella che la Cina ha firmato con la Russia - spiega sconsolato un alto funzionario del partito - La Russia ci vende armi, se l'Europa non lo fa, la partnership è svuotata».
In realtà per la Cina la questione della vendita di armi è complessa e non puramente militare e non serve solo per ottenere un supremazia strategica su Taiwan, l'isola di fatto indipendente. A tale supremazia la Cina dovrebbe arrivare, procedendo anche da sola, entro l'inizio del prossimo decennio.
Di ceno oggi sullo stretto di Taiwan molti sistemi cinesi non hanno una sufficiente profondità strategica, non «vedono» tanto in là come invece fanno le forze armate taiwanesi.
La Cina ha bisogno di ammodernare il suo apparato militare e le sue tecnologie. Secondo uno studio americano su novantadue tecnologie strategiche per l'apparato militare, la Cina ne possiede a livelli avanzati ma non competitivi, solo due.
Questa arretratezza tecnologica si riflette pi nell'intero apparato industriale che cresce molto ma che rimane indietro nei settori di punta. Né la collaborazione militare con la Russia può modificare questa situazione in maniera significativa.
La tecnologia russa dopo il crollo dell'unione Sovietica è rimasta indietro rispetto alla rivoluzione tecnologica della guerra informatizzata. Inoltre la Russia vende alla Cina tecnologie di secondo livello.
Infine con la Russia ci sono questioni di confine. Ci sono tensioni da parte dei pochi milioni russi che vivono in Asia: si sentono sotto la pressione crescente del miliardo e passa di cinesi che premono da sud. Tali questioni non esistono con l'Europa, che potrebbe essere un partner strategico ideale. L'America, con una presenza strategica in Asia, sente che esiste il rischio di un confronto con la Cina sulla questione di Taiwan. Gli Usa sono impegnati ad assistere la difesa di Taiwan.
Nelle settimane scorse Taiwan ha agitato la nuova legge contro la secessione, approvata a marzo dal parlamento cinese, come prova delle intenzioni bellicose di Pechino. Gli usa a loro volta hanno usato la nuova legge per fermare la decisione per l'abolizione delle sanzioni sulle armi, che l'Europa avevain sostanza già preso. Oggi appare difficile rimettere in moto il processo, e a Pechino non si fanno soverchie illusioni di un successo sostanziale, ma basterebbe un successo anche solo di facciata.
Di fatto, Francia, Germania e Gran Bretagna gìà vendono importanti quantità di sistemi che possono essere usati per la difesa. Con o senza l'embargo tali vendite continueranno. Un'abolizione dell'embargo in Europa favorirebbe di fatto i Paesi che finora sono stati più ligi nella sua applicazione.

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