«Più cooperazione con Finmeccanica»
«I rapporti con Finmeccanica? Sono ottimi, sul piano personale e professionale, la collaborazione che abbiamo creato ha un significato strategico, un rapporto di lungo periodo che stiamo studiando come rafforzare».
Robert Stevens, amministratore delegato di Lockheed Martin, il più grande gruppo industriale nel settore difesa al mondo, non ha dubbi e dice che quella con Finmeccanica è una delle collaborazioni (oltre 300 in 52 Paesi) che funziona meglio.
Del resto la società statunitense (35,5 miliardi di dollari di fatturato nel 2004, utili netti per 1,2 miliardi, un portafoglio ordini di 74 miliardi, 130mila dipendenti) è più che mai interessata a trovare nuovi mercati all'estero, anche perché la Casa Bianca vuole dimezzare il deficit federale entro il 2009 e anche il Pentagono dovrà risparmiare. Al momento l'82% del fatturato è generato negli Usa, anche se il 18% di export vale ben 7 miliardi di dollari.
Stevens è a Roma per incontrare sia i top manager italiani, che i vertici della Difesa nazionale, a partire dal capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola e ci incontra tra un appuntamento e l'altro.
Quali sono i principali programmi in corso con le industrie e la difesa Italiane?
«Abbiamo appena completato le consegne di 22 aerei da trasporto C-130J, sopportiamo il noleggio dei caccia F-16 Adf per l'Aeronautica, abbiamo sviluppato con Aienia Aeronautica l'aereo da trasporto tattico C-27J, l'industria italiana partecipa con noi allo sviluppo del caccia JSF/F-35, collaboriamo poi con Mbda ed Ams allo sviluppo del sistema missilistico antiaereo Meads, abbiamo cooperazioni con Fincantieri per le nuove navi da guerra statunitensi Lcs e naturalmente c'è il programma elicotteristico US 101 con AgustaWestland».
Lo US101 è stato scelto per rinnovare la flotta presidenziale statunitense, quali sono I prossimi obiettivi? E l'accordo con Agusta sarà limitato a questo programma o pensate ad intese strutturali?
«Mi lasci esprimere la grande soddisfazione nell'aver vinto un'importante competizione, un ottimo esempio di come noi intendiamo le collaborazioni: fornire al cliente le migliori tecnologie e i migliori sistemi, anche attraverso partnership come quella con AgustaWestiand. Ed ora siamo impegnati a dimostrare che possiamo realizzare quanto abbiamo promesso. II prossimo obiettivo è il requisito del Pentagono per circa 130 elicotteri per ricerca e soccorso ed operazioni speciali. Pensiamo che l'US101, anche alla luce delle esperienze belliche recenti, sia il candidato ideale. Una cooperazione più stretta o coinvolgimenti del capitale di AgustaWestland non sono invece all'ordine del giorno, otteniamo collaborazioni vincenti quando c'è un business case e ci sembra una strategia che funziona».
Nello sviluppo del nuovo caccia JSF l'Italia investe oltre un miliardo di dollari e ci sono stati problemi ad ottenere un adeguato coinvolgimento delle industrie italiane. Qual è la situazione oggi?
«Ci sono sempre discussioni con tutti i Paesi partecipanti (ben 13) e non sempre le cose vanno perfettamente, ma sappiamo come soddisfare le esigenze dei governi e dei nostri partner industriali».
Finmeccanica ha chiesto una linea di assembiaggio finale e un centro logistico regionale in Italia. Da un punto di vista industriale ed economico, quante ore bisognerebbe produrre per giustificare gli investimenti? E tra quanto tempo l'Italia sarà chiamata a indicare il numero dl JSF che vuole acquistare?
«Questo è il momento giusto per sollevare questi temi, ma non c'è una risposta univoca, dipende dal costo del capitale investito, dal ritorno generato, dal tipo di linea e di supporto e così via. Ovviamente la valutazione va rapportata al numero di macchine che si intendono acquistare e il momento per decidere i numeri è atteso a fine 2006. Si tiene anche conto del fatto che a nostro avviso il caccia JSF sarà prodotto per i prossimi quarant'anni».
Quali altri vostri prodotti e programmi interessano la Difesa Italiana?
«Ce ne sono diversi, in vari settori, posso citare ad esempio un requisito per velivoli da sorveglianza elettronica e noi siamo sempre pronti ad ascoltare e discutere le necessità dei diversi Paesi dove operiamo».