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Armi: l'Europa si spacca sull'embargo alla Cina

Braccio di ferro tra Francia e Germania, pro-rimozione dell'embargo, e Gran Bretagna, contro
Benedetta Verrini
Fonte: Vita.it - 23 marzo 2005

La revoca dell'embargo sulla vendita di armi alla Cina rischia di provocare nuove divisioni nell'Unione europea. Il tema e' stato tolto dall'agenda dei capi di stato e di governo dell'Unione europea, riuniti per il Consiglio di primavera.

Artefice del cambio di programma la Gran Bretagna, che fa pressioni per un rinvio, con l'obbiettivo di far scivolare il provvedimento possibilmente al 2006. Di tutt'altro avviso la Francia, che guida il gruppo dei paesi europei favorevoli alla revoca, e ha ribadito che ''la fine dell'embargo ormai si impone''.

A far pendere, per ora, l'ago della bilancia per la prudenza è stata la recente presa di posizione della Cina nei confronti di Taiwan, contro cui è stata adottata una specifica norma anti-secessione che autorizza Pechino all'uso della forza in caso di proclami "indipendentisti" di Taipei. Il ministro degli esteri britannico Jack Straw gia' domenica aveva detto esplicitamente che dopo questo provvedimento si e' creata ''una situazione poco favorevole per una decisione di questo tipo''.

Per perorare la causa cinese, nei giorni scorsi e' stato a Bruxelles il ministro degli esteri Li Zhaoxing, che ha definito l'embargo ''irrazionale e discriminatorio'', promettendo, al tempo stesso, una soluzione equilibrata del problema sul tessile e garantendo che la legge approvata contro la secessione non rappresenta una minaccia per Taiwan.

L'alto rappresentante per la politica estera europea Javier Solana e la commissaria europea alle relazioni estere, l'austriaca Benita Ferrero-Waldner, avevano replicato dicendo che l'Europa ''lavora a questo obiettivo, ma non e' ancora giunta ad una decisione''.

L'embargo e' stato messo dopo la grave repressione contro gli studenti di Pechino nel 1989. Francia e Germania guidano i paesi che chiedono di cancellarlo adottando delle misure di controllo. L'Eliseo, in particolare, rasenta posizioni paradossali: "La fine dell'embargo non significa che andremo a vendere armi", ha argomentato nei giorni scorsi il presidente Jacques Chirac. Se l'Europa vuole stabilire un partenariato estremamente forte con Pechino, ha aggiunto, ''consideriamo che l'embargo non ha piu' alcun motivo di essere mantenuto''.

Alcuni partiti europei, insieme a Stati Uniti e Giappone, premono invece, con alcune organizzazioni di difesa dei diritti umani, per mantenere il blocco.
Il governo di Londra sembra aver ora sposato in pieno la posizione degli Stati Uniti, dietro cui ci sono anche considerazioni strategico-militari. Il segretario di stato americano Condoleezza Rice, impegnata in una visita in Asia, da Pechino ha nuovamente ammonito l'Europa sostenendo che ''la revoca dell'embargo in questo momento non sarebbe un buon messaggio''.

Note: Articolo originale al link:

http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=53328
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