A Corsico un voto contro gli F-35

Fonte: Comune di Corsico - 22 ottobre 2013

NO aerei Il Comune di Corsico, in una seduta di Consiglio dello scorso 26 settembre, ha votato a maggioranza un documento contro i caccia F-35 e a sostegno della campagna "Taglia le ali alle armi".

Ha votato a favore tutta l'attuale maggioranza comunale (Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, PD) e Insieme Per Corsico, hanno invece votato contro i gruppi PDL, Lega Nord, Uniti per Corsico e Corsico Vivere.

Di seguito il testo completo dell'Ordine del Giorno.

 

 

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Alla Cortese Attenzione

Della Sindaca Dott. Maria Ferrucci

 

Al Presidente del Consiglio Dott. Francesco Magisano

 

 Ordine del Giorno contro l’acquisto dei cacciabombardieri F35

 

Il Consiglio Comunale di Corsico

 

Premesso che

 

il nostro Paese sta attraversando una gravissima crisi finanziaria ed economica che sta provocando un forte aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio e dell’insicurezza sociale i cui segni sono già ben visibili sul nostro territorio;

negli ultimi anni è stata realizzata una drastica riduzione della spesa pubblica e in particolare dei fondi a disposizione in settori di vitale importanza per i cittadini come la sanità e l’istruzione; i fondi nazionali a ca­rattere sociale (fondo politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, fondo per i giovani,…) sono passati da 1,594 miliardi del 2007 a 193 milioni di euro del 2012;

i tagli agli Enti Locali e alle Regioni nel periodo 2011-2013 superano i 33 miliardi di euro e hanno compro­messo la loro capacità di fornire risposte concrete ed efficaci alle necessità fondamentali dei cittadini e delle famiglie;

considerato che negli ultimi decenni i problemi della sicurezza economica, sociale e ambientale hanno as­sunto una posizione prioritaria rispetto a quelli della difesa militare e che gli stati hanno sempre più difficoltà ad assicurare la necessaria coesione sociale ed economica e quindi a mantenere la pace interna;

ricordando che l’ONU e l’Unione Europea sono da tempo impegnati ad ampliare la dimensione umana del concetto di pace e sicurezza includendovi il benessere economico, stabilità politica, democrazia, sviluppo, pace sociale, diritti umani e bisogni primari quali educazione, salute, alimentazione, alloggio;

considerato che l’Italia aveva previsto nel 2002 di acquistare 131 cacciabombardieri F35 denominati Joint Strike Fighter (JSF) per un costo di circa 15 miliardi di euro a cui si deve sommare un costo d’uso e di ma­nutenzione valutato in oltre 40 miliardi di euro;

considerato che si tratta di un’arma da guerra con capacità di trasporto di ordigni nucleari palesemente in contrasto sia con l’articolo 11 della Costituzione italiana che con la Carta dell’Onu e che le missioni di pace previste dalle Nazioni Unite escludono l’impiego di simili ordigni distruttivi;

considerato che, anche secondo il Pentagono, l’aereo deve ancora risolvere numerosi problemi tecnici mentre continuano a lievitare i suoi costi e che le ricadute occupazionali in Italia sono alquanto basse e incerte;

considerato che diverse nazioni partner del progetto JSF stanno rivedendo i loro programmi di acquisto anche rinviandoli nel tempo;

ricordando che se l’Italia si ritirasse dal suddetto progetto non deve pagare nessuna penale;

considerato che il nostro Paese già spenderà nel 2012 oltre 23 miliardi di euro per la Difesa, collocandosi, secondo la classifica del SIPRI al decimo posto al mondo per spese militari (anno 2010);

considerato che una recente ricerca dell’Università del Massachusetts ha calcolato che se investiamo un miliardo di dollari nella difesa abbiamo 11.000 nuovi posti di lavoro, 17.000 se lo impegniamo nelle energie rinnovabili e 29.000 se andasse nel settore dell’educazione;

ricordando l’appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 set­tembre 2011 alla quale hanno partecipato oltre duecentomila persone;

preso atto delle proposte avanzate da numerose organizzazioni della società civile e in particolare dalla Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della Pace che invitano a ridurre le spese militari come sta succedendo in tutti i paesi occidentali;

 

chiede al Parlamento e al Governo

 

di non procedere all’acquisto del cacciabombardiere F35 destinando i soldi risparmiati ad un programma straordinario di investimenti pubblici riguardanti piccole opere e finalizzato – ad esempio – alla messa in sicurezza degli

edifici scolastici, alla tutela del territorio nazionale dal rischio idro-geologico, e alla realizzazione di un piano

pluriennale per l'apertura di asili nido.

di procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata politica estera italiana ed euro­pea coerenti con il dettato della nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite.


 

La presente mozione viene inviata al Presidente del Consiglio, ai Presidenti e capigruppo di Camera e Sena­to nonché al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e alla Campagna “Taglia le ali alle armi”.