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di Claudia Lamonaca

Il commercio mondiale di armi - I dati SIPRI 2002

Sintesi della scheda 158 del sistema informativo a schede dell'Archivio Disarmo (per informazioni e per ricevere le schede www.disarmonline.it)
Fonte: Archivio Disarmo (www.archiviodisarmo.it)

Commercio mondiale di armi
Nel 2002 il commercio mondiale di armi è stato pari a 16,492 miliardi di dollari con un incremento, rispetto all’anno precedente di 329 milioni di dollari.
Nonostante il periodo 1998-2002 presenti la percentuale più bassa di trasferimenti di armi dell’intero dopo guerra fredda, è importante osservare il costante aumento di transizioni negli ultimi tre anni (il valore dei trasferimenti era pari a 15,463 miliardi di dollari nel 2000 e a 16,163 miliardi di dollari nel 2001), ha invertito il trend che, dalla fine della guerra fredda, aveva fatto costantemente diminuire la corsa agli armamenti.
I dati sono stati resi noti dal Sipri Yearbook- Stockholm International Peace Research Institute - il prestigioso istituto di ricerca sulla pace e sul disarmo, con sede a Stoccolma.
E’ da tenere presente che tale Istituto tiene conto unicamente delle vendite inerenti i maggiori sistemi d’arma, cioè elicotteri, aerei, navi, carri armati, ecc. ed il valore delle transizioni è espresso in dollari costanti al 1990 (depurati dall’inflazione).

Esportatori mondiali
Lo studio del Sipri indica che nel periodo 1998-2002 i primi cinque esportatori di grandi sistemi d’arma - USA, Russia, Francia, Germania e Regno Unito - sommano l’83% delle vendite globali.
In particolare gli Stati Uniti si attestano al 41%, la Russia al 22%, la Francia al 9% seguita da Germania e Regno Unito con una percentuale di vendita rispettivamente del 5,3% e del 5,2%. Tuttavia, nell’arco di quest’ultimo quinquennio, i trend di crescita differiscono notevolmente da Paese a Paese. Difatti, mentre nel 2002 la percentuale di vendita degli USA è stata del 24%, le esportazioni di armi della Russia hanno raggiunto il 36% delle esportazioni globali come conseguenza dei massicci trasferimenti verso la Cina e l’India.
Francia, Germania e Regno Unito hanno presentato, invece, piccole oscillazioni attestandosi rispettivamente al terzo, quinto e sesto posto. Da segnalare nel 2002 il quarto posto della Cina.

Nel 2002, l’Italia si colloca all’ottavo posto con esportazioni mondiali pari al 3% del totale e un trend di crescita rilevante. Si pensi, infatti, che nel periodo ‘93-’97 il commercio di armi italiane rappresentava l’1,8% del totale. Inoltre, nel quinquennio 1998-2002 l’Italia raggiunge il settimo posto tra i principali esportatori per un valore di 1,787 miliardi di dollari.
Il 79% di tutte le armi sono state vendute dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Importatori mondiali
Per quanto riguarda le aree geografiche le principali importatrici nel 2002 sono state l’Asia (42%), il Medio Oriente (22,8%) e l’Europa (18,1%). La quota di mercato assorbita dai Paesi europei è scesa dal 23,8% del 2001 al 18,1% del 2002; quella dell’Asia è salita dal 39,2% del 2001 al 42% del 2002 e quella del Medio Oriente è cresciuta dal 13% del 2001 al 22,8% del 2002.
Nel 2002 Cina, Pakistan, India, Turchia ed Egitto hanno raggiunto il 40% delle importazioni mondiali dei maggiori sistemi d’arma. In particolare, la Cina e l’India arrivano, rispettivamente, al 14% e al 10% del totale.

A conclusione di questi dati sul commercio di armi, sembra scontato chiedersi in che modo ed in quale misura la guerra al terrorismo abbia influito sul trasferimento di armi.
Il netto incremento nel commercio delle armi dimostra come la minaccia del terrorismo sia diventata non solo un’ulteriore giustificazione all’acquisto e alla vendita di armi o di altre attrezzature militari, ma anche un’ulteriore componente sia nelle vecchie sia nelle nuove forme di cooperazione militare.
Ciò appare tanto più vero se si osservano alcune importanti decisioni prese dall’amministrazione statunitense tra il 2001 e il 2002. Prima fra tutte la revoca delle sanzioni imposte al Pakistan e all’India nel 1998 per aver svolto test militari.
In quel frangente la giustificazione ufficiale degli Stati Uniti fu proprio che la guerra al terrorismo aveva ormai assunto un ruolo fondamentale nelle decisioni riguardanti il trasferimento di armi e l’assistenza militare.

Note: In allegato "Tabella Commercio armi 2002" da dati SIPRI

Allegati

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