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Il governo tagli le spese militari

Arrigo Dalfovo
Fonte: Il Trentino - 14 aprile 2011

Le Acli sono le prime firmatarie della campagna “Stop-F35 Diamo la caccia al caccia”. Scrissi, a riguardo e tra queste Spese militari pagine, due anni or sono. Molto prima delle attuali guerre nordafricane che videro, peraltro, un ampio commercio d’arma con dittatori. Anche in Italia gli investimenti militari complessivi godono di buona salute, mentre si tagliano le spese sociali per scuole e sanità. In particolare lo sviluppo e l’acquisto dei grandi sistemi d’arma non subisce arresti nelle intenzioni di spesa dei Governi. Purtroppo il Parlamento, che è in tutt’altre faccende affaccendato, non discute nemmeno delle costosissime scelte di acquisto militare del Governo.
 Con questo spirito la campagna “Stop-F35” scrive in questi giorni ai capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati chiedendo che il Parlamento si faccia carico di un confronto su questo costosissimo progetto che corrisponde al più grande della storia italiana in ambito militare: 15 miliardi di euro. Lo strumento per opporsi ci sarebbe ed è la mozione 408 presentata nello scorso luglio alla Camera dall’onorevole Pezzotta. Una simile è stata presentata dal senatore Veronesi al Senato. Entrambi chiedono al Governo di sospendere il progetto di acquisto degli oltre 130 caccia d’attacco JSF F35.
 Il progetto ha già raddoppiato, come spesso accade, i costi previsti al suo inizio sollevando dubbi nei maggiori paesi partecipanti tra cui la Gran Bretagna (che ha cancellato i propri ordini per la versione ad atterraggio verticale), la Norvegia, i Paesi Bassi e la Danimarca. Anche negli Stati Uniti, capofila di cordata, si stanno sollevando forti dubbi sulla base del costante monitoraggio fatto dal U.S. Government Accountability Office che contesta al progetto forti ritardi, il lievitare dei costi e le scarse garanzie sulla buona riuscita. La richiesta di farsi carico della questione al parlamento venne inviata il 12 aprile 2011, giorno in cui si celebra la “Giornata Mondiale di azione sulle Spese Militari” per chiedere una forte virata nelle scelte di spesa. Il disarmo è utile e conveniente, oltre che giusto.
 Recuperando una vecchia frase pronunciata dal generale e politico Dwight Eisenhower: «Il disarmo, con reciproco onore e fiducia, è un imperativo continuo. Insieme dobbiamo imparare come comporre le differenze, non con le armi, ma con l’intelletto e con scopi onorevoli». Proprio in questi giorni il Sipri (l’importante istituto svedese che monitora annualmente le spese militari pubbliche) ha rilasciato i nuovi dati relativi al 2010: nonostante la profonda crisi economica mondiale e le conseguenti decisioni di tagli sulle spese pubbliche sociali i soldi investiti dai Governi per le armi e gli eserciti sono ancora in crescita: +1,3% rispetto al 2009 porta a complessivi 1630 miliardi di dollari spesi. Non c’è da stupirsi se i conflitti crescono in numero ed intensità, visto che i responsabili delle nazioni sembrano voler investire in questi ambiti piuttosto che in scuole, ospedali, servizi sociali.

Note: Articolo al link http://ricerca.gelocal.it/trentinocorrierealpi/archivio/trentinocorrierealpi/2011/04/14/AA4PO_AA404.html
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