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Nel mirino anche il superbudget della difesa

V.D.R.
Fonte: Il Sole 24 Ore - 03 maggio 2010

Dal nostro inviato
Tempi duri anche per i generali greci. Le tensioni con l'arcirivale di sempre la Turchia, ex paese dominatore di Atene ai tempi dell'impero ottomano, hanno tenuto da sempre le spese militari greche alle stelle, addirittura al di sopra la media dei partner europei, raggiungendo l'astronomica cifra di 14 miliardi di euro ogni anno, pari al 5% del pil, dal 2007 al 2009. Un record per un paese di appena 11 milioni di abitanti. Un'esigenza dettata dalla geografia e dalla storia, ribattono i militari ellenici sempre sulla difensiva con i vicini turchi, spesso accusati di sconfinamenti aerei o marittimi tra i cieli e le coste delle centinaia di isole greche prospicenti la costa turca.
Ma la nuova finanziaria di austerity imposta al paese dalla crisi economica vuole cambiare musica e prevede di tagliare pesantemente gli stanziamanti militari nel 2010 portandoli a 6,7 miliardi di euro. Sempre una bella cifra tenuto conto che oggi circa l'80% della spesa del ministero della Difesa va in costi amministrativi e pagamenti dei salari del personale dell'esercito.
Il governo Papandreou va avanti per la sua strada annunciando che a poco a poco vuole ridurre ulteriormente i costi e la spesa per l'acquisto di armi che quest'anno saranno contenute a 1,8 miliardi di euro (lo 0,7% del Pil). Intanto sono stati definitivamnete acquistati i sommergibili tedeschi che un'annosa querelle sulla loro capacità effettiva di tenere la rotta aveva tenuto bloccati da anni, con l'intento però di rivenderne uno subito ad un altro paese, ancora sconosciuto.
Ma l'esercito greco non pare rassegnato ad accettare passivamente i tagli di austerity e cerca di portare una controffesiva come nel caso avvevuto giovedì scorso quando centinaia di piloti militari si sono dati malati per protestare contro i nuovi tagli ai salari. Centinaia di voli di addestramento dell'aviazione militare sono stati cancellati a causa dei vuoti nelle fila dei piloti più sensibili ai soldi in tasca che ai travagli finanziari della patria. Voci non confermate parlano di un pronto intervento del ministero della Difesa che avrebbe assicurato ai piloti la concessione di nuove indennità per compenasare i tagli sui salari.
Ma la vera partita si giocherà il 14 maggio, con la visita del premier turco Recep Tayyip Erdogan ad Atene. In quella sede i leader dei due paesi parleranno a quattr'occhi di tagli concordati alle spese militari per ridurre la tensione su un confine che resta pur sempre tra stati appartenenti alla Nato. Papandreou vuole ridurre le spese per risanare i conti pubblici e togliere carburante all'apparato militare-industriale greco, mentre Erdogan vuole indebolire i militari turchi, spina del fianco del suo governo filo-islamico.
Forse i due arci-nemici questa volta, a causa della crisi ecomica e di opportunità politiche interne, troveranno la chiave di volta per superare la loro eterna rivalità riducendo l'influenza dei rispettivi generali di corpo d'armata. Una pace di compromesso su uno degli ultimi confini caldi dell'Europa meridionale. Un buon esito da una crisi che ha rischiato di far andare a picco il paese.

Note: Articolo al link http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/01/Economia%20e%20Lavoro/3_B.shtml?uuid=5f9786fe-54e4-11df-be69-d0511b1ba185&DocRulesView=Libero
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