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Lo Sri Lanka aumenta le spese militari: nel 2009 stanziati 1,74 miliardi di dollari

Francesco Vignarca
Fonte: AsiaNews

I fondi destinati alla sicurezza sono in continuo aumento e ormai rappresentano il 17% della spesa totale del Paese. Cresce anche il numero dei soldati: nel 2006 erano 110mila, oggi 350 mila ed è in corso una nuova campagna di reclutamento. Ma un quarto della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il guadagno procapite annuo supera di poco i 1000 dollari.

Colombo (AsiaNews/Agenzie) - Duecento miliardi di rupie per le spese militari, pari a 1,74 miliardi di dollari. I fondi stanziati dal governo dello Sri Lanka per rafforzare esercito e polizia rappresentano il 17% della spesa totale del Paese per quest’anno.

Nel 2008 le spese per l’esercito ammontavano a oltre 166 miliardi di rupie (1,4 miliardi di dollari). All’inizio del 2009 Colombo aveva deciso di portare la cifra a 177 miliardi (1,54 miliardi di dollari), spiegando che lo stanziamento serviva a sbaragliare i ribelli tamil. Al termine della guerra, e nonostante la cancellazione di alcuni ordini di munizioni a Cina e Pakistan, le spese per la sicurezza hanno raggiunto cifre elevatissime.

In contemporanea anche il numero di militari e polizia è cresciuto: nel 2006 erano 110mila, nel 2008 erano 240 mila ed oggi sono circa 350 mila. Entro il 2010 il governo intende aumentare ancora di 50mila unità le forze in servizio nell’esercito. A fine maggio il gen. Sarath Fonseka, comandante dello Sri Lanka Army, ha lanciato una campagna di reclutamento che porterà il Paese ad avere un uomo delle Forze armate ogni 66 abitanti.

Le cifre raggiunte dalle spese militari di Colombo contrastano con il prestito di 1,9 miliardi di dollari chiesto dal governo Rajapkasa al Fondo monetario internazionale per risolvere il problema della bilancia dei pagamenti. Ma l’aumento dei fondi destinati all’esercito contrasta soprattutto con la situazione di povertà in cui vive buona parte della popolazione del Paese e le cifre destinate a settori come l’educazione.

Il governo di Colombo spende oggi il 2,9% del suo Pil per l’educazione e ha ridotto a 47 miliardi di rupie i fondi stanziati per l’istruzione pubblica, che soffre un divario ormai cronico con quella privata i cui costi rimangono inaccessibili per larga parte della popolazione. Le stesse percentuali si ripetono per la sanità dove il Paese investe circa il 2% del suo Pil. In questo settore il governo usa con molta libertà anche gli aiuti esteri e i finanziamenti per l’emergenza giunti nel Paese dopo la tragedia dello tsunami e con la fine del conflitto.

Secondo i dati della Banca Mondiale il 25% dei 20 milioni di abitanti dell’isola vive al di sotto della soglia di povertà e il guadagno procapite annuo supera di poco i 1000 dollari.

Note: Articolo al link http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=15816&size=A
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