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Rapporto Sipri, spese militari mondiali salite del 45 percento in dieci anni

Fonte: Peacereporter - 10 giugno 2008

La spesa militare a livello mondiale è in forte crescita: l'aumento è del 45 percento negli ultimi dieci anni, secondo i dati del Sipri, l'Istituto Internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace.
Solo l'anno scorso, con un aumento del 6 percento, le spese militari hanno raggiunto 1.339 miliardi di dollari (851 miliardi di euro), di cui il 45 percento sostenute dagli Usa.
Il Sipri spiega che i motivi di questo incisivo aumento sono dovuti alle politiche che i paesi hanno sostenuto per i conflitti armati, per il mantenimento della pace e delle risorse economiche.
"L' aumento della spesa militare globale è eccessivo e osceno", ha detto Jayantha Dhanapale, membro del Sipri in carica alle Nazioni Unite. Nella lunga lista dei paesi per le spese militari dopo gli Stati Uniti si collocano: Gran Bretagna, Francia, la Cina e il Giappone. Solo all'ottavo posto si posiziona l'Italia che viene superata dalla Russia, responsabile dell'86 percento della crescita delle spese nell'Europa orientale.

La Cina ha incrementato la spesa militare di tre volte negli ultimi dieci anni, spiegando che "a causa della sua crescita economica e rapida, il carico economico di costo militare al 2,12 percento del Pil è ancora moderato."
Secondo l'Istituto di Stoccolma, un risultato diretto del costo militare si può ritrovare nelle vendite delle 100 principali società produttrici del mondo, che, escludendo la Cina, aumentarono quasi del 9 per cento nel 2006 rispetto ai 315 miliardi di dollari dell'anno prima.
Nella lista delle cento ditte di rifornimento di armi si posizionano Usa e Europa Occidentale con 63 ditte e una spesa di 292,3 miliardi fino al 2006, ultimo anno in cui il Sipri ha tenuto il conto.

Dal rapporto del centro internazionale di ricerca emerge un dato importante che riguarda i maggiori conflitti armati. Se nel 2001 si sono registrati 20 contrasti a livello mondiale, dal 2006 il dato è rimasto invariabile: sono 14 i maggiori scontri armati. Durante l'ultima conferenza stampa a Stoccolma, la ricercatrice Ekaterina Stepanova ha commentato: "Un tipo nuovo di conflitto sta emergendo e noi stiamo vedendo una frammentazione della violenza in luoghi come l'Iraq e la provincia di Darfur del Sudan; "Questa violenza non-statale può avere conseguenze devastatrici. I paesi tendono ad essere opportunistici e possono cambiare idea facilmente".
Una nota positiva si può trovare nel discorso del capo del Sipri, che ritiene che entrambi i candidati alle presidenziali Usa potrebbero potenziare "le capacità per un maggiore controllo delle armi nucleari, che finora non è stato realizzabile".

Note: Articolo al link http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=11310
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