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La mappa del commercio di armi

Valentina Tubino
Fonte: VisionPost - 04 febbraio 2008

Armsflow.org è un sito a cura del Stockholm International Peace Research Institute che permette di visualizzare attraverso una mappa interattiva il flusso del commercio di armi nel mondo dal 1950 al 2006. È possibile anche esaminare i dati di import/export relativi a ogni paese, Italia compresa.
Più delle parole, possono i fatti. E così quando si parla di mercato internazionale di armi, un sito come armsflow.org riesce a impressionare la nostra coscienza più di qualsiasi articolo o dibattito politico. Un'animazione Java traccia su un planisfero interattivo i flussi del commercio degli armamenti tra i diversi Paesi e nei diversi anni, dal 1950 al 2006.

Nella stima degli indici TIV (Trend Indicator Values) calcolati dallo Stockholm International Peace Research Institute sono prese in considerazione le principali armi convenzionali. La quantità delle armi importate o esportate viene espressa in milioni di dollari americani ma la cifra riportata non esprime il valore reale degli armamenti; lo scopo è quello di consentire il paragone tra i diversi volumi di merce che interessano gli scambi tra nazioni.

È interessante notare come inizialmente il flusso degli armamenti si muovesse quasi esclusivamente su una linea tropicale, nell'emisfero nord e da ovest verso est (con gli USA principali protagonisti dell'esportazione). In seguito i collegamenti con gli stati dell'emisfero meridionale sono aumentati in modo costante e unidirezionale andando a rifornire in particolare Sud America e Africa, mentre il flusso parallelo all'equatore nell'emisfero boreale si è fatto bidirezionale, ed è diventata sempre più importante nell'esportazione internazionale l'Urss, con un picco di traffico globale nel 1980.

Negli ultimi anni (dal 2001 al 2006) è evidente una risalita del commercio degli armamenti dopo un momento di relativa calma. Sempre più imponente e decisivo il flusso dall'emisfero nord all'emisfero sud del mondo.

Andando a verificare i dati riguardanti l'Italia, risulta che il nostro Paese lo scorso anno ha foraggiato gli armamenti di alcuni dei paesi Ue-Nato quali Spagna, Francia e Regno Unito. Non risultano nel conteggio gli Usa, che pure spesso vengono riportati come massimi acquirenti dell'export militare italiano. Ma resta il fatto che alcuni dei principali destinatari delle armi "Made in Italy", secondo i dati del SIPRI, sono in realtà Perù, Malesia, Turchia, Sud Africa, Cile e Brasile. Se è dimostrabile che molti degli Stati verso cui l'Italia esporta armi sono Paesi in conflitto, sotto embargo Ue, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e che spendono per la difesa ingenti risorse nonostante l'alto indebitamento, allora è evidente il conflitto di questo commercio con l'articolo 1 della legge 185/90 che vieta espressamente la vendita di armi a tali Paesi.

Note: Articolo al link http://www.visionpost.it/index.asp?C=10&I=2893
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