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Contratto da 1,6 miliardi per la Marina militare

Andrea Nativi
Fonte: Il Giornale - 02 febbraio 2008

Vento in poppa per il programma Fremm, relativo alla realizzazione di una serie di fregate per la Marina militare. Sia pure in ritardo sui tempi previsti (al punto che sono già scattate penali contrattuali), l’Italia ha adempiuto ai suoi impegni con le industrie e con il partner francese e ha firmato i contratti relativi alla realizzazione della seconda serie di quattro navi da guerra, che si aggiungono alle prime due già ordinate. Il valore della commessa per le quattro navi è pari a 1,6 miliardi, di cui beneficeranno essenzialmente Finmeccanica e Fincantieri, riunite nel consorzio Orizzonte. FREMM
In via di definizione è un ulteriore contratto da 130 milioni per attività di supporto logistico per tutte le sei navi, la prima delle quali sarà impostata a Riva Trigoso il 4 febbraio e sarà consegnata alla Marina nel 2012. Le altre navi seguiranno al ritmo di una all’anno. In questo modo la Marina può beneficiare di un ritmo di produzione «di serie» che consente di ottenere una riduzione dei costi.
Con la firma dei contratti l’Italia rassicura la Francia, che ha da tempo avviato la produzione delle sue navi. La divisione dei carichi di lavoro e la presenza delle rispettive industrie su queste navi sono state, infatti, stabilite tenendo conto di un requisito francese per 17 unità e di uno italiano per 10 navi. Se l’Italia non avesse fatto la sua parte sarebbero dunque sorti gravi problemi.
Tutto bene quindi? In realtà quasi, perché i soldi stanziati nella finanziaria 2008 non bastano neanche per pagare due delle nuove quattro fregate. La Marina spera che i futuri governi vorranno stanziare altre risorse per consentire la effettiva prosecuzione del programma. In caso contrario si dovrà ricorrere ai magrissimi stanziamenti del bilancio ordinario, ma questo a discapito di altri progetti navali altamente prioritari. E in questo caso diventerà difficile riuscire a completare il progetto, ordinando anche le ultime 4 navi previste.

Note: Articolo al link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=238364
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